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“Alcuni corrieri lavorano sulla quantità, piuttosto che sulla qualità del servizio”

Luca Miceli di “Espresso Lecce Recapito” ci racconta come funziona il lavoro di un’agenzia di spedizionieri che lavora per Poste Italiane. E perché accadono episodi inverosimili come quello di Galatone 
 
Poste Italiane agisce di fatto secondo logiche di un’azienda privata e compie scelte autonome di internalizzazione o di esternalizzazione, come l’affidamento del recapito ad aziende esterne. Le altre aziende che operano sul mercato dei servizi postali in Italia adottano la stessa logica di gestione anche se, secondo Luca Miceli, direttore della società cooperativa “Espresso Lecce Recapito”, partner esclusivista per Poste Italiane e operante in Salento, “esistono alcune categorie di aziende, che non vorrei definire di ‘serie B’ ma che spesso non soddisfano i requisiti di qualità ai quali, ad esempio, noi ci atteniamo. Un’agenzia che si occupa di corrispondenza deve avere una buona copertura, con del personale fisso e formato per i propri compiti. Ho avuto a che fare con gente truffata da queste agenzie senza competenza”. 
Spesso per competere sul mercato, molte agenzie di corrieri che nascono in franchising agiscono sui prezzi abbassando anche il livello del servizio di recapito della corrispondenza: “Succede così che portalettere improvvisati che devono ricoprire una zona che non conoscono e sono pagati a quantità consegnata, trovano un modo sbrigativo per smaltire, tra le lettere assegnate, quelle che non sono riusciti a consegnare. Purtroppo, è un campo poco remunerativo e molti preferiscono agire sulla quantità, piuttosto che sulla qualità”. 
La cooperativa leccese Espresso Lecce Recapito -estranea ai fatti di Galatone- commenta così il ritrovamento della corrispondenza postale: “È un fatto inaudito, vergognoso per un servizio così importante per la comunità, per i privati e le amministrazioni pubbliche”. I metodi usati della cooperativa di Miceli per la tracciabilità delle lettere si basano su un sistema informatico: “Noi adottiamo un sistema di monitoraggio che avviene attraverso dei codici che ha ogni lettera. Attraverso un palmare, l’addetto segnala l’avvenuta consegna in un orario preciso in un punto fisico della provincia con le coordinate geografiche. Poi, ogni dato viene controllato in ufficio da altri addetti”. Il sistema sembra funzionare per un’agenzia che opera da trent’anni sul territorio e ha da poco aperto un punto Kipoint a Lecce. 
Un mancato recapito della posta però a volte può avvenire per problemi legati all’indicazione stradale: “Uno dei problemi che incontrano gli addetti al recapito della corrispondenza è che spesso in alcuni paesi mancano i nomi alle vie o manca il numero civico, se non quando una stessa abitazione ne ha tre o quattro. A volte non ci sono i nomi sulle cassette o sui citofoni e alcune persone anziane lamentano il fatto di non trovare la posta sotto la persiana, come faceva un tempo il loro postino di fiducia”.
 
(O.R.)