Si è spento nelle scorse ore Antonio Catamo, storico imprenditore salentino nel settore dolciario. Rilevò con successo il “Caffè Alvino” nel cuore di Lecce
Addio ad Antonio Catamo, re dei pasticcieri salentini. Da San Cassiano sbarcò nel cuore di piazza Sant’Oronzo a Lecce, deliziando turisti e locali con i suoi dolci. L’imprenditore, scomparso a 60 anni nelle scorse ore, aveva infatti acquisito negli anni lo storico “Caffè Alvino” di Lecce. Una carriera cominciata poco più che ventenne, gestendo la caffetteria di famiglia nella piazza di San Cassiano, fino a rilevare un’attività, anch’essa di famiglia, la “Pasticceria Catamo”. Era l’inizio degli anni Novanta e le “Dolci Fantasie” di Antonio diventavano pian piano famose in tutta la provincia.
Ma la voglia di imparare non si placava: arrivano corsi d’alta pasticceria, stage e incontri in giro per l’Italia, prendendo come figure di riferimento “istituzioni” del settore come Gino Massari e altri. Nell’arco di un decennio Antonio Catamo inaugura la nuova sede, fino allo “sbarco” leccese con l’acquisizione del “Caffè Alvino” e l’attivismo nella costituzione dell’Associazione Pasticcieri Salentini.
Sui social in queste ore si moltiplicano i messaggi di cordoglio e di affetto per un uomo, prima che per l’imprenditore, che ha fatto la storia dell’arte dolciaria nel Salento. Di seguito il messaggio dei familiari: “Le tue mani continueranno a fare arte, a dispensare dolcezza, a creare sapori nuovi attraverso le nostre mani. I tuoi occhi proseguiranno il loro viaggio alla scoperta del lato buono del mondo attraverso i nostri occhi. Il tuo cuore generoso avrà ancora affabilità e gentilezza da comunicare attraverso il nostro cuore che ha imparato da te passione, dedizione e rispetto. Padre, maestro, amico, non siamo pronti a salutarti. Dirti addio strappa l’anima in due. Eppure sappiamo qual è il nostro dovere, conosciamo bene il modo in cui ci vorresti in questo momento, energici e desiderosi come sempre di stupire chi si abbandona all’assaggio della tua e nostra pasticceria. Non esauriremo la nostra vitalità, proveremo a essere ancora il tuo orgoglio come figli, come professionisti, ma soprattutto come uomini. Grazie per ciò che ci hai donato in ogni tuo gesto e in ogni tua parola. Il dolore di oggi racconta di un’assenza a cui non ci abitueremo mai, ma che riempiremo dell’amore smisurato che c’è sempre stato reciprocamente in tutti questi anni meravigliosi. Ciao, papà”.