Cerca

A tutti i costi

I giallorossi si avvicinano fiduciosi alla difficile trasferta in quel di Vicenza. De Canio suona la carica: “Stavolta il Lecce andrà in serie A, ne sono sicuro”

 
Venerdì 14 maggio alle 1915: lo stadio di Via del Mare si presenta gremito in ogni ordine di posto con 27.601 spettatori, tra paganti e abbonati. Ad inizio gara lo spettacolo diviene maestoso: la Curva Nord si estrinseca, insieme alla Tribuna Est, in un tripudio di colori che ha fatto da sfondo ad un’atmosfera da brividi che, per converso, ha trascinato emotivamente tutti i presenti all’evento, ed i tantissimi appassionati assiepati davanti ai maxischermi posizionati in piazza Sant’Oronzo e piazza Mazzini. Al 7’ l’esplosione di gioia: Gianni Munari insacca perentoriamente di testa su azione da corner, portando il Lecce sull’1-0. Il tempo scorreva come acqua dal letto di un fiume, con una tifoseria che attendeva il triplice fischio finale per dare il via ai festeggiamenti. Ma al 38’ si materializza la beffa: Malonga lascia partire un fendente che supera Rosati pareggiando le sorti del match. L’incredulità e lo sgomento cominciano a farsi largo, esplodendo in un silenzio assordante al 40’ quando ancora Malonga insacca da un paio di metri fissando il risultato sull’1-2 e rimandando la tanto agognata festa. Nei concitatissimo finale, l’arbitro Bergonzi nega al Lecce un rigore macroscopico per fallo di mano del difensore cesenate Volta. A fine gara lo sconforto si impadronisce dei cuori di coloro che, assai fiduciosi, avevano creduto nella possibilità di una risalita alquanto anticipata. 
La prossima partita si prospetta ricca di insidie. Il Vicenza è squadra ostica e capace di battere qualunque avversario. I biancorossi possono annoverare tra le loro fila atleti di grande spessore che, se pungolati a dovere, risultano essere ben al di sopra della media del campionato cadetto. Il pericolo principale sarà probabilmente rappresentato dall’imprevedibile Sgrigna, finora autore di ben 13 segnature. In attacco bisognerà controllare scrupolosamente l’ex giallorosso Margiotta, ovvero un attaccante spesso ai margini della manovra, ma mortifero come pochi negli ultimi sedici metri. A centrocampo ci penserà l’elegante Paonessa a dipanare la manovra dei vicentini. Il Vicenza è avversario ben più pericoloso di quanto non dica la classifica, possedente una rosa affatto costruita per navigare nelle zone poco nobili della classifica. 
Dal canto suo il Lecce giungerà in Veneto consapevole della sua forza. Le sole due sconfitte subite nel girone di ritorno la dicono tutta sull’enorme potenziale a disposizione di mister Gigi De Canio. Proprio il tecnico lucano si dice alquanto fiducioso in vista della prossima gara: “Il Lecce andrà in serie A, ne sono sicuro, solo che è nostra intenzione arrivarci da primi della classe. Di conseguenza, a Vicenza, scenderemo in campo con l’obiettivo di vincere e festeggiare la promozione. Non ci sarà nessun contraccolpo psicologico, anche perché avevo preparato i miei ragazzi anche all’eventualità della sconfitta con il Cesena e quindi alla necessità di giocarci tutto nell’arco di tre partite -continua sicuro il trainer- quindi questo mi farà stare molto sereno. Sarei stato preoccupato, ovviamente, se avessimo perso al termine di una gara giocata male contro un avversario capace di metterci sotto. E invece il mio Lecce -conclude fiducioso- è stato protagonista di un’ottima prestazione sotto tutti i punti di vista”. 
Intanto la tifoseria seguirà in massa i propri beniamini. Sono volati via in un battito di ciglia gli oltre 1.500 tagliandi messi a disposizione dalla società veneta. In città la delusione sembra smaltita e pronta a lasciar posto ad una vesta che potrebbe durare un’intera notte, col consueto tuffo collettivo nella fontana di piazza Mazzini e l’invasione pacifica dell’anfiteatro romano in piazza Sant’Oronzo. I filosofi greci asserivano che: “la vita è ciclica e gli eventi si ripetono”. Facendo affidamento su questa massima ci si dovrebbe approssimare con grande fiducia al prossimo match, che potrebbe regalare una festa lunga un’intera notte, col sindaco Perrone pronto a guidare le danze.
 
Francesco Covella