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A Palazzo Orsini una pioggia di richieste di rimborsi per ferie non godute

Continua l’escalation di rivendicazioni di monetizzazione delle ferie non utilizzate. E all’asilo nido di via Piave i bambini rischiano di restare senz’acqua perché il Comune non paga le bollette all’Aqp 
 
Piovono richieste a Palazzo Orsini. Ovviamente per monetizzare le ferie non godute. L’ultima in ordine di tempo l’avrebbe avanzata  un ex funzionario comunale ormai a riposo da circa tre anni. Perché a me no? Si sarà detto l’ex funzionario, ma pare che anche altri ex dipendenti stiano preparando analoga richiesta. Una buona motivazione ce l’hanno: l’attuale amministrazione ha sempre pagato, senza proferire verbo, con l’unica eccezione per l’ex funzionario delle Attività Produttive, Donato Tundo, che è stato “sfortunato”. La sua richiesta infatti è arrivata in Comune  dopo che  l’indignazione è montata in città, ragion per cui gli uffici competenti hanno preso tempo. Insomma, il capitolo delle ferie non godute si profila sempre più paradossale e grave. L’Amministrazione comunale sembra una nave su cui molti cercano di andare all’arrembaggio. 
La macchina burocratica quanto a costi importanti e privilegi non ha da lamentarsi. Oltre un milione di euro viene impegnato ogni anno per indennità, avanzamenti di carriera e -novità di quest’anno- incentivi anche per le prime fasce lavorative. Per l’anno in corso sono stati accantonati quasi 310mila euro per pagare indennità di tutti i generi: indennità di disagio-rischio, indennità di disagio, indennità di rischio, maneggio valori, indennità personale asilo nido e l’elenco potrebbe continuare. Tutto previsto dalla legge sia chiaro, ma sotto la sferza della crisi economica monta l’insofferenza tra chi è in serie A e chi -suo malgrado- è in serie B. 
Intanto hanno rischiato di rimanere con i rubinetti a secco i piccoli che frequentano l’asilo nido comunale di via Piave. Perché? Per morosità. Pare che l’Amministrazione comunale non abbia pagato le bollette, così nei giorni scorsi un tecnico incaricato si è presentato per chiudere l’erogazione dell’acqua. Il pericolo è stato scampato per il buon cuore di questa persona che proprio non se l’è sentita di lasciare a bocca asciutta (è proprio il caso di dirlo) i piccoli scolari. La cifra non dovrebbe essere elevata e i motivi del mancato pagamento non sono chiari o meglio sono stati spiegati come semplice dimenticanza. Inutile dire che non sono mancati  i malumori nei confronti di dirigenti e funzionari che  pur non andando in ferie -sono in molti a doverne smaltire un bel po’ di giorni- non riescono a stare dietro alle cose più “banali” qual è, per l’appunto il pagamento delle utenze.
È il consigliere comunale e portavoce dell’Udc, Antonio Pepe (nella foto), a rompere gli indugi chiedendo un accordo programmatico per uscire dallo stallo in cui l’amministrazione vivacchia da quasi un anno a questa parte. “Dobbiamo mettere da parte i personalismi -afferma Pepe- e l’Udc è pronta a dare ampio sostegno al sindaco e all’azione di governo. La riorganizzazione degli uffici è uno dei punti chiavi da affrontare nell’immediato perché non possiamo correre il rischio di vedere i rubinetti di un asilo a secco. In ogni caso sento il dovere morale di spendere una parola per chi nell’apparato burocratico lavora con grande spirito di abnegazione e in particolare per la responsabile dell’asilo nido di via Piave, Maria Teresa Orrico, che gestisce la struttura in modo impeccabile e ovviamente non ha alcuna colpa per il mancato pagamento della bolletta che spetta ad altri uffici. In ogni caso è sorprendete che l’Acquedotto Pugliese abbia deciso di chiudere l’acqua a un asilo per il mancato pagamento di circa 300 euro”.
 
Maddalena Mongiò