Si tratta dell’imprenditrice salentina ideatrice del marchio “Made in Carcere”, grazie al quale le detenute di Lecce e Trani affrontano con successo percorsi di reinserimento sociale
Si è tenuta lo scorso 10 dicembre presso la Sala Protomoteca in Campidoglio, a Roma, la 43esima edizione della “Giornata d’Europa – Premio Personalità Europea 2013”. Diverse figure di rilievo nel campo dell’arte, della cultura, dello spettacolo, del giornalismo e della medicina sono state insignite del prestigioso riconoscimento. E tra i destinatari di questo premio c’era anche una salentina.
Si chiama Luciana Delle Donne, premiata per lo sforzo e la passione con cui sono stati raggiunti ambiziosi traguardi nel settore dell’inclusione sociale. Luciana è infatti la fondatrice nel 2007 di Officina Creativa, una cooperativa sociale senza fini di lucro nata per produrre borse e accessori. Tutto qui? Nient’affatto. A dare vita a questi manufatti, semplici e creativi, sono le detenute di Lecce e Trani. Ecco quindi il progetto “Made in Carcere”. Per realizzare i propri lavori le “operaie” utilizzano materiali e tessuti di scarto provenienti da aziende italiane sensibili alle tematiche sociali ed ambientali. Attraverso un percorso formativo, viene quindi offerto un definitivo reinserimento nella società. Le donne coinvolte hanno così la possibilità di imparare un lavoro e anche di mantenersi o mandare i soldi ai propri familiari.
Una grande opera, quella di Luciana Delle Donne, che è riuscita a dare un notevole contributo per “sdoganare” timori e perplessità del lavoro in carcere. L’intuizione di Officina Creativa e della sua fondatrice è stata anche di creare un collegamento produttivo tra mondi, come l’impresa e il carcere, che solitamente fanno molta fatica a comunicare. Un impegno che ora viene premiato in Europa con queste motivazioni: “Il riconoscimento vuole essere un attestato di stima per la costanza ed i risultati ottenuti con la sua attività che ha raggiunto in quest’ultimo periodo particolare apprezzamento da parte dell’opinione pubblica e dei media”.
“Made in Carcere” dimostra così di saper coniugare solidarietà, libertà e rispetto per l’ambiente. Senza trascurare la concretezza legata all’aspetto lavorativo. Infatti oggi ad avere grosse difficoltà sotto questo aspetto sono in particolare le persone in situazione di disagio (disabili, detenuti, tossicodipendenti, immigrati): si rende quindi necessario puntare alla questione occupazionale, con il coinvolgimento di referenti istituzionali e non solo. Un anno fa al Corriere della Sera, Luciana Delle Donne aveva parlato così dell’attività di “Made in Carcere”: “Mi piace vedere le persone felici, realizzate, che vanno avanti. Perché se vanno avanti loro vado avanti anch’io. Mi è sempre piaciuto ricostituire la cassetta degli attrezzi delle persone, dare loro una seconda possibilità. Mi viene facile, automatico”.
Già, la seconda possibilità. Perché poi alla fine è proprio questo che avviene. Una detenuta prende del materiale di recupero o di riciclo e lo trasforma in un nuovo oggetto. Un maglione sdrucito che diventa un porta-cellulare. Una sorta di “seconda vita”, vissuta dagli oggetti ma, soprattutto, dalle donne che li hanno creati.
Un “brand sociale” diffuso nel mondo
Borse, accessori e custodie tech, con tanto di rivenditori autorizzati. “Made in Carcere” è una vera e propria rete di commercio che ha creato in poco tempo una sorta di “brand sociale” in grado di ridare speranze concrete a molte detenute. Prodotti che, va ricordato, sono venduti anche a Londra, Parigi e New York. E presto sbarcheranno a Toronto e Chicago.
In Italia la distribuzione coinvolge diversi centri, da Nord a Sud. Svariati punti vendita che ospitano “Made in carcere” si trovano infatti in diverse città, tra cui Roma, Bologna, Torino, Bari, Genova e Brindisi. Nel capoluogo salentino il marchio “Made in carcere” lo si può trovare presso l’Officina Creativa “Società Cooperativa Sociale” di via Abramo Balmes, le Officine Cantelmo di via De Pietro e il distributore automatico di piazzetta De Santis.
Di recente anche la catena d’abbigliamento femminile “Talco” ha deciso di sostenere il progetto “Made in Carcere”. In occasione delle festività natalizie, i clienti che faranno acquisti superiori ai cento euro riceveranno in omaggio delle shopper bag realizzate dalle detenute delle case circondariali di Lecce e Trani. “Si tratta di un messaggio di speranza, di concretezza e di solidarietà, ma anche di libertà e di rispetto per l’ambiente -ha dichiarato Manuela Nardoni, titolare del marchio Talco- che abbiamo deciso di portare avanti grazie a una consolidata amicizia con Luciana Delle Donne, e che vogliamo condividere nel tempo con le altre nostre amiche e clienti, credendo fortemente in un mondo in cui tutti hanno diritto a una seconda possibilità”.
Stefano Manca