Cerca
Adeguamento immobili in provincia di Lecce

A Lecce e provincia oltre 400mila immobili da adeguare

Lo impongono le nuove direttive Ue

Adeguarsi alle future direttive Ue “costa”. In tutti i sensi. Direttive che prevedono, per avere delle abitazioni a minor consumo energetico, che gli edifici raggiungano almeno la classe energetica «E» entro il 2030 e quella «D» entro il 2033. A Lecce e provincia, ci sono 182.533 immobili in classe G, 140.930 in classe F e 79.566 in classe E. Vale a dire che ben 403.029 fabbricati potrebbero essere interessati dalle direttive Ue. Rappresentano il 78 per cento del totale degli immobili a destinazione residenziale. Ce ne sono in tutto 520.038 in categoria catastale A. «Giova ricordare – sottolinea il data analyst Davide Stasi – che la variazione dello stock di unità immobiliari nel Salento, come nel resto d’Italia, può dipendere da almeno tre fattori: nuove costruzioni; frazionamenti o fusioni di unità immobiliari esistenti; rettifiche dovute a censimento di unità immobiliari già esistenti, accertamenti, correzione di errori. Le classi energetiche più performanti – spiega Stasi – sono le A4, A3, A2, A1 alle quali si assegnano un valore molto alto, seguite poi dalle classi B, C, D, E, F e, per ultima, la classe G a cui viene attribuito il punteggio più basso. Dalle stime, tenendo anche conto degli attestati di prestazione energetica (Ape) presentati in tanti anni, si evince che il 35 per cento si trova in classe energetica G, la più bassa. Significa abitare in un appartamento che comporta inevitabilmente un notevole consumo di energia e bollette più onerose – rileva Stasi –. Per fare un semplice paragone, uno stesso immobile di classe A che consuma 12 kilowattora (kWh) annui al metro quadro, in classe G comporterebbe un consumo annuo di ben 210 kilowattora (kWh) al metro quadro. Inoltre, la spesa non incide solo sul bilancio familiare ma anche sull’impatto ambientale. Ecco perché il Governo ha introdotto negli ultimi anni delle agevolazioni per la riqualificazione energetica degli edifici». Tuttavia sembrano ancora distanti gli obiettivi fissati dall’Unione Europea per il 2030. “Per agevolare il processo di transizione energetica immobiliare e rispettare gli ambiziosi obiettivi comunitari – conferma Stasi – considerato che la gran parte del patrimonio immobiliare si colloca ancora nelle ultime tre classi energetiche, è necessario consolidare politiche governative attive orientate a rendere strutturali i bonus fiscali e agevolare l’accesso al Superbonus, eliminando i limiti attuali per la cessione del credito, ponendo fine, in tal modo, alla confusione generata dai continui interventi normativi. Iniziano sì a migliorare le prestazioni energetiche delle abitazioni – conclude – ma con un andamento troppo a rilento”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *