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A Galatina le ferie “s’hanno da fare”

Il presidente della commissione Bilancio scrive alla dirigente delle Risorse Umane invitandola a predisporre un piano ferie (anche “obbligate”) per il personale di Palazzo Orsini 
 
Nicola Surdo, presidente della 2^ commissione consiliare che si occupa, tra le altre, di bilancio e personale, insieme ad altri due componenti (Massimo Sparapane, consigliere comunale Psi, e Davide Quarta, consigliere comunale I Galatinesi e vicepresidente della commissione) ha scritto al dirigente delle Risorse umane, Elvira Pasanisi e al segretario generale, Angelo Caretto, per sollecitare la soluzione dell’accumulo di ferie non godute, specie per il personale prossimo alla pensione. La commissione chiede che i dipendenti godano del giusto riposo, affinché non si trovino nella condizione di ricevere un’indennità sostitutiva -cioè quattrini- alla fine del rapporto di lavoro. 
Chiedono il pugno di ferro i componenti della commissione e invitano la dirigente Pasanisi a predisporre un piano di ferie anche “obbligate”. Insomma, tutti in ferie e non se ne parli più, anche perché la notizia dei rimborsi percepiti, a fronte della monetizzazione delle ferie accumulate, ha indignato l’opinione pubblica cittadina e ne ha anche valicato i confini. 
E non basta. La commissione ha chiesto lumi sulle ragioni che hanno spinto il dirigente della struttura a negare il diritto al godimento delle ferie, sancito dalla Costituzione, sino ad arrivare a un accumulo di giorni in alcuni casi incredibilmente alto. Sul punto la commissione non fa riferimenti precisi, ma è evidente il riferimento all’ex funzionario delle Attività Produttive, Donato Tundo, che ha avanzato richiesta per circa 300 giorni di ferie non godute dopo aver ricevuto il diniego dall’allora dirigente che guarda caso è Angelo Calabretti, ex segretario generale con delega dirigenziale alle Attività Produttive, che a sua volta ha avanzato analoga richiesta, per 105 giorni, e si è visto riconoscere 35mila euro. 
Intanto la maggioranza è sull’orlo di una crisi di nervi e l’assessore alle Attività Produttive, Antonio Garzia, minaccia le dimissioni perché non si trovano i fondi per predisporre la segnaletica verticale necessaria alla chiusura del centro storico, un punto programmatico, per lui, irrinunciabile.  
Insomma, l’accantonamento per queste voci evidentemente c’era e la politica, tardivamente, è partita con i richiami ai dirigenti. A onor di cronaca occorre precisare che sin dalla prima richiesta -il testimone spetta all’ex direttore generale del comune di Galatina, Luigino Sergio, a cui sono stati riconosciuti 22.500 euro per 67 giorni di ferie non godute- Antonio Pepe, consigliere comunale Udc, all’epoca in forza al Pdl, manifestò la sua indignazione, ma non ottenne nulla e corre voce che, nonostante il gran parlare, anche questa volta i politici non avranno la forza di andare sino in fondo. Sono ben note le motivazioni che la politica agita per giustificare la sua passività nei confronti dei dirigenti: è colpa della legge Bassanini. È noto che la legge, all’indomani di Tangentopoli, divise la parte gestionale (delegando totalmente alla responsabilità dei dirigenti) dalla politica che deve dettare gli indirizzi. Ci sono poi i sistemi di controllo dell’operato dei dirigenti che la legge ha previsto per la politica, ma è pur vero che servirebbe una classe politica autorevole e competente per poter applicare sino in fondo lo spirito della legge stessa. 
Così si assiste alla lunga agonia dell’amministrazione Coluccia. Ora buona parte dei consiglieri intende proporre al primo cittadino un accordo su alcuni obiettivi da raggiungere a medio termine e tra questi c’è anche il problema delle ferie non godute. 
 
Maddalena Mongiò