Le comunità di Alessano si prepara a celebrare l’ordinazione episcopale del Vescovo dei Poveri. Intanto si attende la risposta di Papa Francesco all’invito a venire per l’occasione a Molfetta e in Salento
Il 30 ottobre 1982 riceveva l’ordinazione episcopale uno degli uomini di Chiesa più significativi del XX secolo nell’instancabile opera di costruzione di pace di cui fu artefice: don Tonino Bello (nella foto insieme a Papa Giovanni Paolo II). Così Alessano, sua città natale, lo celebra assieme alla comunità di Tricase, dove fu parroco, e a tutti i fedeli sparsi per il mondo per mantenere vivo un messaggio che nel suo vigore morale e spirituale rimane profondamente ancorato nelle coscienze.
Assieme ai preparativi ferve anche la speranza segreta di una visita pastorale di Papa Francesco, che nei giorni scorsi ha ricevuto l’invito da parte di mons. Domenico Cornacchia, a recarsi nella diocesi di Molfetta dove il compianto Vescovo svolse la sua missione. Un itinerario che avvicina il Santo Padre ai luoghi tanto cari a don Tonino, in particolare ad Alessano, che nel cimitero ospita le sue spoglie mortali e la casa natale, oggi Museo Internazionale Mariano d’arte Contemporanea dove la fede e il suo messaggio si fondono nel linguaggio dell’arte. Il Museo raccoglie oggi oltre 350 opere a tematica mariana, realizzate dai più importanti esponenti dell’arte italiana e internazionale tra cui Salvatore Fiume, Ernesto Treccani, Luigi Guerricchio e Alessandro Nastasio. Testimonianza dell’amore di don Tonino per l’arte e la bellezza: “Noi vogliamo ringraziare il Signore che ci fa capire che, attraverso la bellezza, salverà il mondo. Il mondo non verrà preservato dalla catastrofe planetaria, nè dall’astuzia dei diplomatici e dei politici, nè dalla forza del diritto e neppure dalla cultura degli accademici- ricordava- il mondo verrà preservato dalla bellezza e dalla musica, dalla poesia, dall’arte”.
La casa natale del Vescovo racconta attraverso foto e documenti la minuziosa opera nella costruzione di Pace e solidarietà di un uomo che bene ha interpretato il senso del concilio vaticano II sino alla fine dei suoi giorni. In un’intervista rilasciata a “La Stampa”, monsignor Domenico Amato, vicepostulatore della causa di canonizzazione di don Tonino Bello, lo ricorda proprio così: “Don Tonino nei 10 anni da Vescovo (..) ha tradotto il Concilio a misura della Chiesa locale. Diversi sacerdoti quando vengono eletti vescovi si recano sulla tomba di don Tonino o si rifanno ad alcuni suoi insegnamenti”. La “Chiesa del grembiule”, paradigma di questa fede coniato proprio da don Tonino, è anche una delle espressioni più spesso usate da Papa Bergoglio. “C’è un’assonanza molto forte tra i due -continua Amato- che viene da lontano, dal Concilio. Verso la fine del Vaticano II, un gruppo di vescovi si radunò per siglare il patto delle catacombe. Cosa siglarono? Una Chiesa dei poveri, una Chiesa povera in cui i vescovi erano con il popolo e oggi Bergoglio vive questo stile. Don Tonino aveva assimilato questa idea del Concilio: un episcopio aperto, uno stile sobrio, uno stare con la gente”.
Intanto Alessano si appresta ad accogliere fedeli cari al ricordo del caro concittadino in un altro luogo santo, quello in cui riposano le sue spoglie mortali. In un’atmosfera ricca di significati, attorno ad una sepoltura che egli volle fosse posta nella terra (umile tra gli umili, sino alla fine) sorge un anfiteatro che abbraccia ogni giorno tanti visitatori. Qui, tra gli ulivi nel cimitero di Alessano sventola ancora la bandiera iridata, simbolo di quella pace universale di cui fu instancabile mentore e che ricorda la “Marcia dei 500” su Sarajevo quando don Tonino, già gravemente ammalato e armato solo degli ideali che impregnavano le sue azioni, aprì un varco tra i cecchini, facendosi consolatore e dispensatore di speranza e aiuti su entrambi i fronti di guerra.
Oggi a distanza di tanti anni, il messaggio di Don Tonino soprattutto ai giovani riecheggia ancora dall’ultimo abbraccio ai fedeli: “Non abbiate mai paura di essere carichi di utopie, di idealità purissime, soprattutto quelle che si rifanno ai grandi temi della pace, della giustizia, della solidarietà”.
Intanto sono stati resi noti i primi appuntamenti del calendario delle celebrazioni civili. Lunedì 30 ottobre alle 19, nella sala del Trono di Palazzo Gallone a Tricase, si terrà una serata in sua memoria dal titolo “All’ombra dei Profeti: don Tonino Bello, don Ernesto Balducci, P. Davide Maria Turoldo”. Dopo i saluti del sindaco Carlo Chiuri, interverranno don Andrea Bigalli della Fondazione “Ernesto Balducci”, il dott. Giancarlo Piccinni, presidente della Fondazione “Don Tonino Bello”, e monsignor Vito Angiuli, vescovo della Diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca. Martedì 31 ottobre, il segretario generale della CEI, monsignor Nunzio Galantino presiederà la celebrazione liturgica nella Chiesa della Natività B.V.M. di Tricase, alle 17:30.
M. Maddalena Bitonti