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“Sogno un lavoro e un po’ di pace per la mia famiglia”

Salvatore, 48enne galatinese, racconta il suo dramma familiare: disoccupato, con moglie e figlio affetti da problemi di salute: “Istituzioni assenti, perciò ho scritto ai giornali” 

 

Alla chiusura del suo negozio qualche anno fa si sono aggiunti i problemi di salute di moglie e figlio. Salvatore, 48 anni di Galatina, non ce la fa più e dalle pagine di Belpaese lancia un appello: “Vorrei un lavoro, la situazione è drammatica. Mio figlio di 15 anni ha la tetraparesi spastica, malattia che si è manifestata pochi mesi dopo la sua nascita”. Adesso però è la disoccupazione il problema principale, risolto il quale le altre difficoltà potrebbero almeno ridimensionarsi un po’. “Per qualche anno -racconta Salvatore- sono stato titolare di una rivendita di cartucce per stampanti. Poi a cause di tasse e spese ho dovuto chiudere”. I problemi di salute a casa di Salvatore investono anche la moglie 53enne, che ha momentaneamente interrotto il suo lavoro di insegnante di scuola materna perché affetta da depressione. 

La domanda sorge spontanea, avrebbe detto qualcuno: prima di scrivere una mail a un giornale nessun dialogo con le istituzioni preposte? “Ho chiesto aiuto al Comune -risponde- ma mi hanno risposto col classico le faremo sapere”. Tuttavia Salvatore, nonostante la delicata situazione aggravata dalla convivenza in casa con la cognata, anche lei con problemi di salute, non si scoraggia: “Sono stato operato tre volte: due interventi per un’ernia all’inguine e uno alla spalla. Quindi vorrei evitare sforzi eccessivi ma alla fine un lavoro pesante lo accetterei lo stesso”. Zone di lavoro “preferite” sarebbero Galatina, Maglie e Casarano. L’ideale sarebbe per lui fare il rappresentante, l’agente di commercio. Qui gli scappa il retroscena divertente: “Volevo fare il rappresentante dell’azienda di patatine San Carlo perché da piccolo ne mangiavo a quintali!”. 

Gli ostacoli quotidiani non gli impediscono di osservare il mondo: Salvatore parla a lungo di ambientalismo, del referendum spagnolo, del poeta Tonino Guerra e di sport: “Mi piace il tennistavolo e ci gioco a Nardò. Poi amo la pallavolo, molto più del calcio. Qualche volta ho portato mio figlio ad assistere alle partite di volley femminile, anche se non c’è più il fairplay di una volta”. Già, il figlio. Come detto, affetto da tetraparesi spastica: “Frequenta l’ultimo anno delle medie qui a Galatina. A scuola nessun problema con gli insegnanti e gli altri bambini”. Dopo le medie ci sarà la fatidica scelta delle scuole superiori. “Il bambino ama la pasticceria -rivela sorridente Salvatore, visto che siamo nella ‘terra del pasticciotto’- e segue i programmi televisivi in cui si parla di cucina. Non sappiamo però se questo suo sogno di arrivare al diploma all’Istituto Alberghiero potrà essere esaudito: non riuscendo a scrivere né a comunicare bene, sarà complicato. Però c’è il sorriso. Questo sì”. 

Poi arriva la richiesta che non t’aspetti: “Tempo fa ho proposto una marcia per la pace nel Salento. Il tragitto l’ho immaginato dalla chiesa dei Francescani di Galatina a quella dei Francescani a Soleto, tutti uniti presi per mano. Nessuno mi ha dato ascolto, anzi mi hanno deriso e poi ignorato. Sarebbe bello proporlo anche in altre città, per esempio una marcia per la pace da Scorrano a Maglie”. Poi si torna a parlare del lavoro che non c’è: “Magari qualche azienda rispondesse a questo appello. Sto già portando l’auto a farla riparare”. Chiunque potesse dare una mano a Salvatore lo può contattare è al 333.9442535. 

 

Stefano Manca