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Nasce il Manifesto dell’agricoltura naturale nel Salento

In occasione dell’evento “La cosa pubblica”, sarà presentato il documento proposto dalla rete di aziende e cooperative che praticano agricoltura naturale e salvaguardano la biodiversità

 

Non è più un mistero per nessuno il fatto che il nostro territorio sia da tempo vittima di scempi ambientali: consumo del suolo con il tasso più alto in Italia, impoverimento degli habitat naturali, alta concentrazione di inquinanti nell’aria, nel suolo e nelle acque, opere fortemente impattanti (come la TAP). Per opporsi a tutto ciò, otto la spinta del gruppo di Salento Km0, è nata la Rete per l’agricoltura naturale del Salento che unisce numerose realtà tra la Casa delle Agriculture Tullia e Gino di Castiglione d’Otranto e Diritti a Sud di Nardò, che praticano agricoltura naturale e salvaguardano la biodiversità agricola. Quello della rete per l’agricoltura naturale non è un nuovo modello di sviluppo bensì un modello di vita, che mette al centro le persone, le relazioni umane e il rispetto reciproco. Un tessuto sociale ed economico che già esiste e che giorno per giorno vede l’adesione di nuovi soggetti intenti a ricostruire quel Salento vittima di sciagurate politiche agricole, economiche ed ambientali.

Il Manifesto dell’agricoltura naturale nel Salento, che sarà presentato venerdì 2 giugno alle 16.30 presso la sede di Karadrà in Contrada Cafazza ad Aradeo, sancisce dunque un patto tra realtà che si impegnano a intraprendere azioni concrete per difendere l’ambiente, proteggere la bellezza del paesaggio e tutelare la salute, basandosi non sulla competitività, ma sul mutualismo e sulla collaborazione, ponendo così le basi per la nascita di un distretto dell’agricoltura naturale salentina, Tra questi principi portanti del Manifesto: il rifiuto totale di utilizzo di prodotti chimici nella conduzione delle terre, la tutela della biodiversità e il recupero delle antiche varietà agricole del Salento, il rispetto della salute dei consumatori, ma anche il rispetto dei diritti dei lavoratori, la difesa e il ripristino del paesaggio storico e naturale. Il fine è dunque quello di costruire un’alternativa giusta e concreta al modello economico e di consumo imposto dalla grande distribuzione organizzata e dalle multinazionali.