È un vero e proprio terremoto giudiziario l’inchiesta che vede indagata la presidente dell’Ass. Antiracket insieme ad altri funzionari, rei -a detta degli inquirenti- di essersi appropriati di fondi pubblici
Doveva essere uno strumento per sensibilizzare le vittime del racket e creare fiducia attorno all’operato dello Stato, un punto di riferimento per la lotta alla criminalità con strumenti diversi da quelli repressivi ma “nella realtà – afferma il giudice Giovanni Gallo nelle 371 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare-, lo sportello antiracket è stato orientato al compimento di condotte illecite, finalizzate dalla presidente Maria Antonietta Gualtieri (nella foto) a lucrare tutti i finanziamenti ed emolumenti statali possibili, attraverso la continua creazione di falsi rapporti di collaborazione, falsi report relativi alle attività svolte, fatturazioni per prestazioni in realtà non eseguite ed altra collaborazione documentazione falsa”.
Una vicenda che lascia sgomenti e che distrugge la reputazione costruita in questi anni dallo sportello antiracket, grazie anche all’ appoggio offerto dalla politica, alla visibilità ottenuta dagli organi di informazione e alla credibilità ricevuta dalla magistratura e dalle forze dell’ordine. Lo sportello nato nel 2002 per fornire consulenza e sostegno economico alle vittime delle estorsioni e dell’usura, a partire dal 2010/2011 -si legge sempre nelle carte dell’inchiesta- sarebbe stato gestito in modo truffaldino per intascare, senza sostenere spese, i circa due milioni di euro messi a disposizione del commissario straordinario nazionale per le iniziative contro il racket e contro l’usura, con i fondi del “Pon Sicurezza”.
Quaranta le persone indagate, tre quelle arrestate: Maria Antonietta Gualtieri, presidente dell’associazione antiracket, Giuseppe Naccarelli, ex dirigente del settore finanziario del Comune di Lecce, e Lillino Gorgoni, funzionario di Palazzo Carafa. Agli arresti domiciliari è finita invece Serena Politi, segretaria dell’Associazione Antiracket. Tra le sette misure interdittive c’è il divieto di ricoprire cariche pubbliche per l’attuale assessore al Bilancio del Comune di Lecce Attilio Monosi, che rimane comunque candidato alle amministrative dopo aver ricevuto la fiducia di Perrone e Giliberti. Da quanto emerso, la sua posizione sarebbe comunque estranea all’operato della presidente Maria Antonietta Gualtieri dello Sportello Antiracket Salento, arrestata nell’ambito dell’indagine. Il suo ruolo sarebbe attinente a pratiche comunali riguardanti lo sportello di Lecce dell’associazione, pratiche che sarebbero state fatte per agevolare i pagamenti di lavori effettuati nella sede della stessa associazione.
La misura è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari Giovanni Gallo, su richiesta dei pubblici ministeri Roberta Licci e Massimiliano Carducci. L’indagine rappresenta una tranche dell’inchiesta sulle case popolari a Lecce, che prosegue in maniera autonoma.
Pasquale De Santis