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Sovraindebitamento, dalla legge n. 3/2012 una boccata d’ossigeno

Finora poco utilizzata soprattutto nel nostro territorio, la norma ha introdotto una procedura che consente ad alcuni soggetti di vedersi decurtato, o quanto meno dilazionato, il proprio debito 

 

La crisi morde, e anche forte. Tantissimi gli italiani strozzati dai debiti negli ultimi anni, ma esiste uno strumento normativo che potrebbe garantire un’importante sostegno economico-finanziario e conosciuto molto più al nord che al sud, Salento compreso. Recependo le convenzioni di Nizza e dell’Unione Europea (misure a sostegno di consumatori e vittime di reati come usura ed estorsione), il nostro ordinamento ha istituito la legge n. 3/2012 che introduce la procedura di riduzione del debito per quei soggetti che non possono accedere alle procedure previste dalla legge fallimentare.

La legge è rivolta ai soggetti in sovraindebitamento, derivante dallo squilibrio tra quanto dovuto ai creditori e quanto immediatamente disponibile per farvi fronte. L’avvocato Gabriele Toma illustra gli aspetti principali di questa complessa legge: “Alla procedura possono accedere alcune categorie, quali l’imprenditore persona fisica non fallibile, il socio società di persone o di capitali, le start up innovative, l’imprenditore agricolo, il consumatore persona fisica ed enti e società al di sotto delle soglie previste dalla Legge fallimentare. Si può inoltre procedere solo i debiti derivanti  dall’attività professionale o imprenditoriale, quelli derivanti da garanzie in favore di società di capitali e quelli derivanti da obbligazioni personali o al consumo; per i primi due si procede con un accordo di sovraindebitamento, mentre per l’ultimo con un piano del consumatore”.

Per alcuni debiti, però, è prevista solo una dilazione del debito, come nei casi di Iva, ritenute fiscali o tributi costituenti risorse proprie dell’Unione Europea; anche i cosiddetti crediti privilegiati, che godono di ipoteche, garanzie o fidejussioni, devono essere soddisfatti integralmente, in ragione di quanto ricavato dalla vendita del bene o del diritto su cui insiste il privilegio. 

“Per accedere alla procedura -continua Toma- i soggetti sovraindebitati devono seguire uno specifico iter presentando la propria domanda in tribunale, il quale decide se concedere o meno la decurtazione. I creditori possono comunque presentare ricorso verso l’eventuale riduzione del debito e non si deve dimenticare che anch’essi sono tutelati in quello che rappresenta un loro diritto. Ad esempio, nel caso un soggetto sia indebitato nei confronti di più creditori, affinché il debito venga decurtato è necessario il voto favorevole del 60% di essi”.

La legge n. 3/2012 si presenta sì ampia e complessa, ma può rappresentare uno strumento importante per dare sollievo a coloro, non pochi, che più di altri hanno subìto gli effetti di questi difficili anni. 

 

Ma le banche in Puglia tengono ancora chiusi i rubinetti

 

Se la legge n.3/2012 mette a disposizione degli italiani uno strumento per alleviare la propria situazione debitoria, lo stesso non può dirsi per le banche, almeno quelle pugliesi. Confartigianato Imprese Puglia ha infatti voluto sottolineare come nel 2014 siano crollati i finanziamenti alle imprese regionali; da agosto 2013 ad agosto 2014 i prestiti concessi sono scesi del 4,7%, per una cifra di oltre un miliardo di euro (da 23miliardi e 660milioni a 22miliardi e 558milioni). 

La difficoltà di accesso al credito resta quindi una delle criticità economico-finanziarie della nostra regione, in particolare proprio per il territorio salentino: con il 7% la provincia di Lecce registra infatti la percentuale di flessione più alta della regione, scendendo da 3miliardi e 650milioni a 3miliardi e 396milioni; male anche Foggia (-6,9%), così come Brindisi (-5,4%), Bat (-3,7%), Bari (-3,4%) e Taranto (-2,8%). La variazione numerica, invece, è oltre 254mila euro, dietro a Foggia (280mila euro) e Bari (360mila euro). 

 

Alessandro Chizzini