Mentre infuria la polemica tra le Pro Loco di San Foca e quelle di Melendugno e Borgagne, si allarga il fronte del “no” al gasdotto della Tap, il cui progetto prevede l’approdo in località San Basilio alle porte di San Foca: i commercianti e imprenditori della Marina si sono riuniti in un associazione che minaccia battaglia e, schierati accanto a loro, ci sono l’Ordine degli Ingegneri della provincia di Lecce e il Sindacato Italiano dei Balneari
Non ha smesso di far parlare di sé nel corso del 2014 il progetto del gasdotto che la multinazionale Trans Adriatic Pipeline (più brevemente Tap) intende realizzare partendo dall’Azerbaigian per giungere in Italia esattamente a San Basilio, località alle porte di San Foca (Marina di Melendugno). E anche in questo periodo di festività natalizie la storia non cambia.
La notizia di pochi giorni fa della proposta da parte della Pro Loco di San Foca che a sorpresa ha proposto ai vertici dell’azienda il proprio sostegno al progetto in cambio di un contributo economico che ammonterebbe a 410mila euro per l’incremento di servizi turistici nel territorio, in primis lo sport del golf (!). Apriti cielo! La reazione, immediata e a tratti violenta, non si è fatta attendere e in poco tempo il presidente della Pro Loco si è trovato contro le Pro Loco di Melendugno e Borgagne (quest’ultima è frazione della stessa Melendugno), nonché il primo cittadino del comune salentino candidato ad ospitare l’impotente infrastruttura ma, soprattutto, un folto gruppo di commercianti e imprenditori di San Foca che, opponendosi alle scelte della locale Pro Loco, si sono costituiti in un’associazione e hanno minacciato battaglia.
L’ormai celebre Comitato No Tap, accusato in maniera infondata di essere sovvenzionato dai concorrenti della multinazionale del gas, eccezionalmente in questa occasione ha avuto il ruolo di spettatore, preparandosi nel frattempo per una prossima offensiva e raccogliendo sempre più consensi da parte di associazioni di categoria (come l’Ordine degli Ingegneri della provincia di Lecce e il Sindacato Italiano dei Balneari) e di volontariato, che stanno dimostrando come di fatto il nostro territorio nelle sue più differenti rappresentanze, quest’opera, che il Governo ritiene strategica e di cui recentemente il premier Renzi ha dato la sua benedizione presenziando personalmente l’avvio dei lavori in Azerbaigian, non la vuole. O, per lo meno, non la vuole a San Foca, località a vocazione turistica la cui integrità va tutelata con ogni mezzo.
Fino a qualche settimana fa erano le trivelle nel mare di Santa Maria di Leuca a fare paura, mentre della Tap ci si ricordava solo per i suoi tentativi di raccogliere consenso a livello locale sponsorizzando sagre e feste patronali. In questi giorni invece il gasdotto è tornato a far parlare di sé e c’è da scommettere che presto
Tutti contro il gasdotto
Fluidità. È con questa parola che possiamo definire lo stato attuale di quella lunga, curiosa a tratti “affascinante” vicenda della Tap in terra d’Otranto. Per capire lo stato dell’arte ne abbiamo parlato con Alfredo Fasiello, presidente del Comitato No Tap Salento e padre dei titolari del lido San Basilio-Mamanera di San Foca, lido situato a pochi metri dal punto d’attracco del gasdotto.
Fasiello, ma è proprio necessario che la Tap attracchi a San Foca?
Chiariamo che si è contrari alla realizzazione del gasdotto Tap ovunque perché è un’infrastruttura inutile per un sistema che si allontana dal fossile, le statistiche sono evidenti. Ad essere sinceri il luogo più adatto per l’approdo non è sicuramente San Foca, località a vocazione turistica ove i danni sarebbero enormi per il settore. Il luogo più adatto sarebbe, e lo dico senza remore, è l’ex petrolchimico di Brindisi denominato Micorosa.
Chi sono oggi i principali sostenitori dei No Tap?
Alfredo Prete, presidente della Cciia, di Confcommercio e vice presidente nazionale del Sindacato Italiano Balneari ha espressamente dichiarato la contrarietà di commercianti ed operatori turistici alla realizzazione di questa incompatibile struttura. Oltre a Cgil, Cisl e Uil, Confartigianato, Confesercenti, Confagricoltura, Aprol, oltre ai 50 comuni, Provincia, Regione, Lilt, Wwf, Italia Nostra, Forum Ambiente e Salute ed un infinità di associazioni, oltre ai così detti “Comitati eversivi del No”. Parlando anche in Confindustria, che spesso si è espressa a favore della realizzazione, hanno sempre dichiarato che la località più indicata a realizzarla sarebbe stata sempre Micorosa.
Recentemente la Pro loco di San Foca si è espressa a favore del progetto, in cambio di un contributo economico da parte dell’azienda. La Tap comincia a mietere consensi?
Faccio presente che il presidente della Pro Loco della Marina in tempi non remoti si era dichiarato ferocemente contrario a Tap, ancora non si spiega il suo cambio di prospettiva. Tuttavia, la risposta definitiva entro la fine di quest’anno o l’inizio del prossimo sarà data dalle oltre 150 attività commerciali di San Foca che si assoceranno per combattere Tap.
Quali saranno le mosse future dei No Tap?
Se non ci penserà prima il duo Putin-Erdogan, di battaglie ed azioni ne faremo sino all’ultimo respiro, ma credo che questa storia si risolverà intorno ad un aula di un Tribunale penale. Ne vedremo delle belle.
Ritiene casuale la concomitanza proprio in questo momento tra la richiesta di trivellare il fondo marino di Leuca e le scelte di TAP, considerate un “danno minore” secondo alcuni rispetto alle perforazioni?
È stata certo una coincidenza, come pure è certo che i politici locali e soprattutto regionali giocheranno sul tavolo del “do ut des”: in soldoni, “non faremo le trivellazioni, ma vi intubiamo col gasdotto”. Mi riferisco chiaramente a chi ha la responsabilità politica del misfatto, ai vari Losappio e Vendola, quei signori che nell’idea dell’ecologia ci hanno affibbiato il gasdotto a Otranto, gli inceneritori della Marcegaglia, Tempa Rossa, centrali a biomasse e chi più ne ha più ne metta.
Fabio Antonio Grasso