Sembrano dei giocattoli, ma non lo sono: i droni sono aeromobili ad ala fissa o rotante e a pilotaggio remoto. Sempre più spesso li vediamo in azione nei cieli del Salento e possiamo ammirare le immagini spettacolari che sono in grado di riprendere in occasione di cerimonie ed eventi culturali, ma si rivelano molto utili anche per il monitoraggio dell’ambiente o del traffico e in caso di calamità naturali
Oggetti volanti ben identificati: questa, parafrasando i più ben noti UFO, potrebbe essere una descrizione a pennello per i droni, strumenti che l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (Enac) definisce come sistemi aeromobili a pilotaggio remoto (Sapr) senza persone a bordo, non utilizzati per fini ricreativi e sportivi ai quali sono invece destinati gli aeromodelli.
I droni hanno fatto la loro comparsa nei nostri cieli circa un paio di anni fa: utilizzati inizialmente solo per foto e riprese video aeree, hanno avuto un’enorme visibilità quando sono diventati soggetti di campagne pubblicitarie (come quella di Amazon Prime Air) e oggi possono trovare larga applicazione in molte attività civili. La capacità di ignorare la conformazione del terreno ne permette l’utilizzo anche in situazioni di emergenza (come in caso di calamità naturali), la possibilità di coprire dall’alto un’area considerevole di territorio consente di destinarli a compiti di monitoraggio e di ispezione (mappatura del terreno, rilievo di edifici e infrastrutture); infine, la grande libertà di movimento che forniscono offre la possibilità di portare una telecamera in luoghi altrimenti inaccessibili o difficilmente raggiungibili.
Oggi è ancora più facile disporre di un drone grazie alla disponibilità sul mercato di molti modelli che possono essere assemblati ed equipaggiati in maniera differente in relazione all’utilizzo che se ne intende fare. Inoltre, possono essere comandati attraverso un’applicazione ad hoc installata sul proprio tablet o smartphone. Per comodità possiamo dividere i droni in quattro macrocategorie:
– aeromobili ad ala fissa: sono simili agli aeroplani in scala usati nell’aeromodellismo, hanno il vantaggio di portare pesi maggiori e offrono una maggiore autonomia di volo;
– aeromobili ad ala rotante: sono dotati di rotori, in base al numero dei quali sono chiamati anche quadricotteri, esacotteri e octocotteri. Possono decollare e atterrare verticalmente, stazionare in volo (c.d. hovering) e sono molto versatili, ma di contro hanno una minore autonomia;
– aeromobili ad ala battente: meno diffusi, prendono ispirazione dalla natura e sono simili agli ornitotteri studiati ad esempio da Leonardo Da Vinci;
– dirigibili e palloni aerostatici: per forma sono identici ai dirigibili e palloni normali, hanno dimensioni più ridotte. Sono utili in casi di presenza a terra di una gran quantità di persone e offrono una lunga durata operativa
Tra le suddette categorie sono i droni ad ala rotante -in particolare i quadricotteri- quelli che stanno riscuotendo maggior successo tra appassionati e professionisti, grazie ad una versatilità d’uso molto friendly e alla disponibilità sul mercato di numerosi modelli con elevate possibilità di personalizzazione. Ma non è tutto oro quello che luccica: utilizzare un drone vuol dire anche rispettare le norme vigenti in merito alla privacy e alla sicurezza in volo. A tale riguardo occorre ricordare che a metà dicembre dello scorso anno l’Enac ha pubblicato il regolamento “Mezzi aerei a Pilotaggio Remoto”, che stabilisce i modi consentiti di utilizzo di tali strumenti e le norme alle quali i piloti di droni, previo conseguimento di un apposito patentino, sono obbligati ad attenersi. Come abbiamo detto all’inizio, non sono giocattoli e non vanno considerati tali.
Un veicolo per ogni esigenza: riprese commerciali, aerofotogrammetria, search and rescue ma non solo
Nell’immaginario collettivo i droni ci sono entrati da poco tempo, grazie al cinema e alla pubblicità che ci hanno sedotto con spettacolari immagini dall’alto, prima realizzabili solo con sofisticate e costose riprese aeree propriamente dette. Adesso, con l’arrivo sul mercato di modelli di droni più economici e facilmente assemblabili si sono decisamente ampliate le possibilità di utilizzo di questi apparecchi. Ed è proprio in base all’uso che se ne vuole fare che i privati, le aziende o gli enti pubblici devono orientare le loro scelte e i loro investimenti.
Ne è convinto Gaetano Massari, ingegnere aerospaziale e titolare di Aerial Click, società con sede a Brindisi che dal 2013 si occupa di fornire servizi e consulenza nel settore dei veicoli a pilotaggio remoto: “Rispetto al passato -ci racconta Massari-, in cui in cui i droni venivano utilizzati soprattutto per servizi fotografici e video di matrimoni, eventi e pubblicità, adesso gli ambiti di applicazione degli stessi si sono ampliati e diversificati. Molto richieste da professionisti come geometri e ingegneri sono ad esempio le mappature aeree -c.d. aerofotogrammetria- per produrre una documentazione visiva di ampie superfici. Basti pensare, ad esempio, ai parchi fotovoltaici o ai cantieri: con le riprese di un drone si può verificare lo stato di avanzamento dei lavori e la conformità ai progetti originali”.
Ma non è solo per produrre immagini che un drone può essere utile. “Provate a immaginare -continua Massari- unità delle Forze dell’ordine o della Protezione Civile dotate di droni in grado di andare alla ricerca di persone scomparse, magari a seguito di calamità naturali. La possibilità di controllare in poco tempo ampie superfici dall’alto, abbinata all’utilizzo di telecamere all’infrarosso o termovisive, possono rivelare facilmente la presenza di esseri umani o animali e consentire un preciso intervento delle squadre addette al recupero. È il principio del search and rescue”.
C’è un altro campo di utilizzo nel quale i droni possono rivelarsi preziosi: il monitoraggio dell’ambiente maturale. “Negli ultimi tempi grazie all’utilizzo di telecamere con tecnologia NDVI (Normalized Difference Vegetation Index) è possibile analizzare lo stato di salute della vegetazione: è quello che noi definiamo ‘agricoltura intelligente’ e anche in Puglia tra gli addetti ai lavori ha cominciato a diffondersi l’interesse per questa tecnologia”. Fin qui sembra davvero che i droni, utilizzati su scala sempre più ampia, rappresentino davvero la soluzione a tanti problemi. Immaginiamo ad esempio di utilizzarli nella lotta contro la Xylella fastidiosa che attacca i nostri ulivi e nella documentazione e repressione dei reati contro l’ambiente, come ad esempio le discariche abusive nei boschi o nelle campagne. Ma è proprio così? “In realtà i droni attualmente in commercio hanno ancora dei limiti invalicabili come, ad esempio, la durata della batteria, in genere non superiore ai 30 minuti. Anche le condizioni metereologiche, al pari di aerei ed elicotteri tradizionali, limitano molto l’utilizzo. In presenza di una quantità di persone, poi, le norme attualmente in vigore di fatto ne vietano l’utilizzo. La soluzione in questi casi? Un pallone aerostatico, al quale viene applicata la stessa strumentazione foto/video a controllo remoto. Non è propriamente un drone -conclude Massari-, ma fa praticamente lo stesso lavoro di documentazione aerea e non è soggetto alla regolamentazione Enac”.
Andrea Colella