Il primo cittadino di Nardò Marcello Risi rassicura comitati e associazioni: “Quest’anno siamo pronti ad allestire un servizio navetta e un’area attrezzata non lontana dal centro abitato”
Era il 20 luglio dello scorso anno quando l’allora Ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge visitò le campagne neretine in cui alloggiavano i braccianti stranieri impiegati nella raccolta delle angurie. Dopo aver osservato quei campi assolati, tra sporcizia e degrado, e aver parlato coi lavoratori africani, il Ministro chiese al primo cittadino Marcello Risi da lì in poi “una relazione quadrimestrale sulle attività svolte dal Comune a favore dei cittadini stranieri che si trovano a Nardò”.
L’estate 2014 è adesso alle porte: è passato un anno da quella sorta di monito. Non c’è più il governo Letta e Cecile Kyenge non è ministro della Repubblica. Ma la “questione migranti” torna, puntuale, anche quest’anno. Lo scorso 6 maggio il sindaco di Nardò ha incontrato volontari e attivisti di comitati e associazioni, annunciando la volontà di far allestire a breve un’area attrezzata che si trova a circa trecento metri dalla falegnameria diroccata sulla via per Lecce, cioè il “residence” utilizzato dai lavoratori sino ad oggi. Infatti fu proprio questo l’argomento di scontro un anno fa.
Fra rumorose proteste il Comune aveva deciso di far sgomberare l’ex falegnameria e ospitare i lavoratori in un’area attrezzata in località Scianne (tra Sant’Isidoro e Copertino). Questi però si rifiutarono di trasferirsi perché di colpo si sarebbero trovati lontani dal centro abitato, e impossibilitati quindi a raggiungere supermarket ed esercizi commerciali per le varie spese quotidiane. Molti lavoratori, infatti, erano e sono privi di mezzi di trasporto. Spesso i più fortunati sono muniti di vecchie biciclette. Anche per questo il sindaco ha assicurato che quest’anno verrà predisposto un servizio navetta che si occuperà di accompagnare i lavoratori presso le mense Caritas della città.
Il paradosso del 2013 però è ancora sotto gli occhi di tutti: il Comune affittò un terreno privato a Scianne che alla fine si ritrovò ad ospitare zero lavoratori. Quest’anno quindi sembra che da Palazzo Personé si voglia correggere il tiro. La formula, riveduta e corretta, dovrebbe funzionare: affittare un terreno non lontano dalla città e munirlo di tende, acqua potabile e bagni chimici. In questo modo i lavoratori potranno raggiungere con facilità il centro abitato. Resta in piedi un altro problema, riguardante la lotta all’illegalità e al lavoro nero. Ma questo, ovviamente, è un aspetto che coinvolge principalmente le forze dell’ordine. Un anno fa il Comitato per l’ordine e la sicurezza presieduto dal prefetto di Lecce Giuliana Perrotta stabilì la necessità di monitorare le campagne neretine per contrastare il fenomeno del caporalato. “Ci attende un’estate impegnativa ma -promette il sindaco Risi- il Comune è pronto a fare la sua parte”.
Intanto la Asl sigla un accordo con Emergency
Nei campi arriverà anche il personale di Emergency. L’associazione nata nel 1994 si occuperà di prestare assistenza sanitaria ai lavoratori stagionali. Lo ha annunciato nei giorni scorsi la Asl di Lecce. Il programma di assistenza sarà garantito attraverso una postazione mobile che sarà presente nelle campagne neretine dal 5 giugno al 31 luglio prossimi. L’iniziativa, nata da un accordo tra Emergency e Regione Puglia, prevede lo stesso servizio anche nel Foggiano, territorio in cui i lavoratori sono impiegati nella raccolta dei pomodori. È prevista per i lavoratori la possibilità di accedere al servizio sanitario regionale, ricevendo qualora vene fosse bisogno anche visite specialistiche e ricoveri ospedalieri.
Nei giorni scorsi il sindaco Marcello Risi ha incontrato a Palazzo di Città una rappresentanza di Emergency, discutendo proprio di una collaborazione nell’ambito dei servizi socio-sanitari da attivarsi a favore dei migranti extracomunitari nelle prossime settimane. L’accordo sembra ormai cosa fatta. Quattro rappresentanti di Emergency tra medici, infermieri e mediatori culturali, opereranno a Nardò fino alla fine di luglio (salvo eventuali proroghe).
Sembrerebbe una sorta di novità l’esperienza neretina, visto che Emergency è nota perché si occupa solo di chirurgia di guerra, lontano dall’Italia. In realtà l’associazione ha iniziato a lavorare in Italia nel 2006, aprendo a Palermo un Poliambulatorio per garantire assistenza sanitaria gratuita a migranti e non solo. Nel dicembre 2010 è stato poi aperto un secondo poliambulatorio a Marghera. Fino ad arrivare al 2011, quando quattro pullman trasformati in ambulatori mobili hanno portato assistenza sanitaria ai migranti impegnati nell’agricoltura nelle campagne del sud Italia. Nel 2013 a Polistena (Reggio Calabria) un poliambulatorio è stato ricavato da un edificio confiscato alla ‘ndrangheta.
L’Amministrazione comunale neretina e la ong fondata dal medico Gino Strada torneranno a incontrarsi nei prossimi giorni per mettere a punto il programma di collaborazione.
Stefano Manca