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Un bando “esclusivo” per la gestione del parco naturale di Portoselvaggio

In riva allo Ionio associazioni e tour operator locali protestano contro un avviso pubblico di gara relativo al parco di Portoselvaggio, le cui clausole sono giudicate troppo discriminanti 

 

Tour operator, cooperative, guide ambientali: tutti uniti per dire “no” al bando attraverso il quale il Comune di Nardò intende affidare i servizi di allestimento e gestione degli spazi espositivi della masseria “Torre Nova” e del parco regionale naturale “Portoselvaggio e Palude del Capitano”, comprese le attività di educazione ambientale e fruizione turistica sostenibile. 

In particolare quello che gruppi, professionisti e associazioni contestano a gran voce sono alcune clausole contenute all’interno del bando. Una di queste prevede che i partecipanti abbiano ottenuto negli ultimi tre anni un fatturato di almeno 400mila euro, di cui 160mila nel settore turistico-educativo. “Tali cifre -si legge in una nota- sulla base dell’esperienza degli operatori neretini e leccesi che lavorano nel settore turistico, culturale e didattico non solo a Portoselvaggio ma in tutta la regione e dal confronto con realtà analoghe in altre regioni, paiono assolutamente spropositate”. 

Un’altra clausola molto discussa riguarda la cosiddetta “esclusività” (articolo 7). Una clausola, cioè, che, con l’assegnazione della gestione del parco, porta automaticamente ad escludere dal continuare a lavorare a Portoselvaggio coloro i quali già operano come guide professioniste, operatori culturali e educatori ambientale. In questo modo viene di fatto impedita la prosecuzione di iniziative nate negli anni passati e da tempo inserite in programmi nazionali ed internazionali. 

Sono stati questi i temi affrontati in una vivace conferenza stampa lo scorso mercoledì 27 marzo, durante la quale diverse realtà locali (Studio Ambientale Avanguardie, Cooperative Fdm, Fluxus e Terrammare, tour operator Freeplan, guida turistica Manuela Rizzo) hanno chiesto al Comune di ritirare dal bando il suddetto articolo 7, al fine di “garantire in questo modo a tutti gli operatori qualificati del settore la possibilità di lavorare nel parco. Non sacrificate -concludono- decenni di esperienza  professionalità e amore per il territorio”. 

 

Flavio Maglio: “Vogliamo sollecitare la partecipazione di società collaudate nel settore turistico” 

 

A finire nell’occhio del ciclone per questa vicenda è anche (e forse soprattutto) l’attuale vicesindaco con delega all’Ambiente, Flavio Maglio. In una nota l’ex assessore Mino Natalizio e i consiglieri comunali di minoranza Paolo Maccagnano e Pippi Mellone scrivono: “Maglio farebbe bene a spiegare perché ha voluto a tutti i costi accorpare la gara per l’affidamento degli allestimenti interni e delle forniture della Masseria di Torre Nova per la realizzazione di un centro visite e punto informativo, a quella per la gestione delle attività di educazione ambientale e fruizione turistica sostenibile”. Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere provinciale Giovanni Siciliano, vicepresidente della Commissione Ambiente a Palazzo dei Celestini. Siciliano lo ha ironicamente definito “più che un vero e proprio bando, un vestito” ed ha invitato il sindaco Marcello Risi a rivederne i contenuti. 

Arriva immediata anche la replica del numero due di Palazzo Personé: “Il bando di gara è stato elaborato da parte di tecnici competenti -spiega Maglio- su criteri oggettivi che richiamano quelli che hanno interessato Torre Guaceto e Rauccio, parchi che insistono sul nostro territorio. È sufficiente (e sono ancora in tempo) che i nostri operatori del settore si costituiscano in Ati o in Consorzi per poter partecipare e portare avanti le loro iniziative già intraprese senza far prevalere esigenze singole. La ratio del bando è stata quella di sollecitare la partecipazione di società collaudate nel settore turistico per una gestione che crei concrete possibilità di posti di lavoro per i nostri giovani. È comprensibile che a qualcuno non sia piaciuto -conclude il vicesindaco-, ma se avesse letto nelle pieghe delle delibere, sulla cui regolarità e legittimità non credo si possa eccepire nulla, avrebbe colto le novità in esso contenute. Altro che ‘vestito’ ritagliato su misura”.

 

Stefano Manca