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Bufera nel Cda delle Terme di Santa Cesarea: si dimette Silvio Astore

Diffidato dalla Provincia di Lecce per incompatibilità dell’incarico. Solidarietà ad Astore da parte dei lavoratori Rsu e dei consiglieri provinciali di centrosinistra; critico, invece, il centrodestra   

 

A seguito della rinuncia di Silvio Astore, ex sindaco di Poggiardo, componente del direttivo e nominato dalla Giunta regionale Vendola nel mese di agosto scorso, la società di gestione delle acque termali decade. Come è noto, la Regione è socio di maggioranza delle Terme, azionista del 51%, mentre il Comune di Santa Cesarea per il 49%. Un Cda nato “monco” quattro mesi fa poiché il Comune non ha mai comunicato i suoi due rappresentanti, ritenendo “ineleggibile ed incompatibile il nuovo Consiglio”. 

Astore getta la spugna con molto rammarico avverso gli atti esecutivi proposti dalla Provincia di Lecce, guidata dal  presidente Antonio Gabellone, prima con diniego e poi con diffida nei suoi confronti perché dipendente di Palazzo dei Celestini. L’ex sindaco di Poggiardo attualmente ricopre l’incarico di rappresentante sindacale di circa 600 dipendenti della Provincia: Eletto all’unanimità segretario provinciale, i suoi colleghi esprimono solidarietà per aver penalizzato la sua posizione lavorativa. “È sorto in molti il sospetto -spiegano in un comunicato i lavoratori Rsu- che il comportamento dell’Amministrazione sia una punizione per l’eccessivo zelo con cui Astore sta ricoprendo il ruolo di rappresentante dei lavoratori. Siamo sorpresi per la decisione della Giunta”. Solidarietà ad Astore da parte del consigliere provinciale Mario Pendinelli: “Mai avrei pensato che la Provincia cadesse in una brutta vicenda di ritorsione politica”. Anche il consigliere provinciale e regionale di centrosinistra Aurelio Gianfreda critica la Provincia per la “raffinata operazione di killeraggio politico sfociata nella rinuncia di Astore”. Lo stesso capogruppo del Pd a Palazzo dei Celestini Cosimo Durante sottolinea che “è stato applicato un peso e due misure a seguito della rinuncia forzata di Astore dal Cda delle Terme, quando tra il 2010 e il 2011 la Provincia ha autorizzato ben 272 dipendenti allo svolgimento di incarichi esterni”. 

Caustico invece il commento del consigliere Pdl Biagio Ciardo: “Astore non può ricoprire cariche in società costituite a fine di lucro, su nomina di un socio diverso dalla Provincia, addirittura maggioritario (la Regione), in quanto ciò determina un’insanabile incompatibilità con il rapporto lavorativo che egli ha con l’Ente Provincia di Lecce, prevista dall’art. 60 del DPR 3/1957 e sanzionabile con la decadenza dall’impiego, ove l’interessato non faccia cessare tale forma di conflitto di interessi entro 15 giorni”.

 

Giovanni Nuzzo