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Piazza Carducci: tutela del patrimonio o libera fruizione pubblica?

Si riaccendono le polemiche sulla piazzetta sede del Convitto Palmieri e della Biblioteca “Bernardini”, attualmente chiusa al pubblico -ufficialmente- per un intervento di recupero 
 
Da circa un anno la questione della chiusura di piazzetta Giosuè Carducci a Lecce è in primo piano nel dibattito cittadino, ovvero da quando fu proposto di apporre un’inferriata di ferro per sbarrare l’accesso ai tanti giovani che vi si radunavano nelle ore notturne, ‘deturpandone’ gli spazi comuni con scritte sui muri, immondizia e quant’altro. Nonostante la piazza sia stata anche teatro di episodi di violenza e nonostante le forti lamentele dei residenti della zona a causa del suo stato di degrado, molte furono le polemiche suscitate da questa proposta lanciata all’epoca dall’Assessorato provinciale alla Cultura. La piazza ospita, infatti, un importante bene architettonico, quale è il complesso del Convitto Palmieri: più di 10 mila metri quadrati di superficie coperta che negli ultimi anni, sono tornati ad essere luoghi della cultura, accogliendo mostre ed eventi, ed essendovi allocata, dal 2009, la Biblioteca Provinciale “Bernardini”. 
Oggi un cancello di ferro c’è davvero, che cinge la piazzetta impedendone l’accesso al pubblico. Il motivo di questa decisione sarebbe, ufficialmente, l’intervento di recupero dell’edificio storico, la cui conclusione è prevista per il 2013, per una spesa complessiva di oltre 2 milioni di euro. Si riaccendono così le fervide polemiche, soprattutto da parte dei negozianti della zona, dei giovani della Lecce by night e dei tanti cittadini che vedono in questo una poco democratica limitazione della libera fruizione dei beni culturali e degli spazi urbani comuni, pur essendo rimasto libero l’ingresso alla Biblioteca Provinciale. 
Il restauro e la conseguente necessità di messa in sicurezza del cantiere nulla avrebbero a che vedere con la precedente proposta che prevedeva la chiusura della piazzetta, in molti tuttavia sospettano che uno dei luoghi di maggiore interesse culturale della città, non possa più essere liberamente fruibile da parte della comunità locale e dei turisti. I cittadini reclamano a voce alta maggiori controlli e vigilanza per la sicurezza e lamentano la mancanza di una progettualità che potenzi l’offerta culturale, evitando così che l’area resti abbandonata a sé stessa. Per ora tace la movida leccese, tra un anno staremo a vedere.
 
Rosy Paticchio