Ancora polemiche per i 500 pass auto erogati nel 2009. Due le possibili vie d’uscita: ritirarli e fare un nuovo regolamento, o pubblicare i nomi degli attuali titolari e verificare eventuali incongruenze
Tra Palazzo Carafa e un altro traguardo legato alla trasparenza amministrativa ci sono ancora “500 pass”. Concretamente si tratta di pass auto: quei contrassegni verdi, griffati Sgm, che permettono a 500 persone di parcheggiare la propria auto in qualsiasi punto della città in maniera totalmente gratuita. Le polemiche sui privilegiati del parcheggio non sono una novità: già da un paio d’anni se ne parla a intermittenza e qualcuno, in passato e con grande timidezza, aveva già cercato di fare chiarezza sul tema. Tutto inutile.
Nei giorni scorsi, però, la discussione sui pass auto si è riappropriata delle prime pagine di cronaca cittadina, svelando un nuovo inquietante elemento: i contrassegni sono stati distribuiti direttamente dall’Amministrazione leccese, ma senza l’ombra di un regolamento. Professionisti della Giustizia, forze dell’ordine, “uffici vari”, associazioni, organi di informazione, amministratori comunali, dirigenti, parlamentari, consiglieri regionali: queste, a grandi linee, le categorie cui appartengono i 500 privilegiati.
Sebbene i pass in questione risalgano al 2009, sono tutt’oggi validi perché, a differenza di quelli ordinari, non scadono ad ogni 31 di dicembre. Da ciò si potrebbe dedurre che chi ha ricevuto il contrassegno nel 2009 lo possegga ancora oggi. Il problema è che, mancando il rinnovo, viene a cadere il controllo sulla legittimità dell’esenzione. Se nel 2009 un qualsiasi cittadino leccese ha meritato, secondo il Comune, di ricevere il permesso gratuito, non è detto che oggi, nel 2012, lo stesso individuo mantenga ancora i requisiti, peraltro sconosciuti, per i quali lo aveva ottenuto.
A questo punto, due strade sembrano le più consone ad una risoluzione logica della querelle: ritirare i pass in circolazione, stilare un regolamento e riassegnarli alla luce del sole, magari riducendone il numero; pubblicare i nomi degli attuali titolari e verificare eventuali incongruenze. Proprio così hanno pensato di liquidare la questione a Como. Nel Comune lombardo, infatti, la situazione è analoga con i permessi della Ztl. In quel caso, il Garante per la protezione dei dati personali si è recentemente espresso a favore della pubblicazione dei nomi: “Il diritto di cronaca è prevalente rispetto alla privacy, quando il fatto narrato è d’interesse pubblico e viene raccontato con correttezza e continenza. Inoltre, le regole sulla privacy non incidono in modo restrittivo sulla normativa posta a salvaguardia della trasparenza amministrativa, specie laddove l’attività amministrativa riguardi il corretto utilizzo di beni e risorse da parte dei soggetti pubblici”. Anche la cittadinanza leccese attende una risposta: i privilegi senza criterio hanno fatto il loro tempo.
Andrea Gabellone