Francisco La Manna, nipote di una delle sorelle del regista, ricostruisce la storia di un casaranese che lavorò con i più grandi nomi della cinematografia italiana
Era il 1920 quando, a Casarano, nacque Alberto D’Aversa. Benché oggi il suo nome non dica molto, D’Aversa si è guadagnato, tra gli anni ’50 e ’60, un posto nell’olimpo della cinematografia internazionale. Figlio di Maria Primiceri e dell’ufficiale di marina -nonché vicesindaco di Casarano dal 1953 al 1956- Adolfo D’Aversa, Alberto ha occupato un posto di primissimo piano nel panorama culturale italiano, e non solo, a cavallo tra gli anni ‘50 e ‘60. Chi ha cercato di ricostruire, con dovizia di particolari, la vicenda artistica e biografica del regista “dimenticato” è il casaranese Francisco La Manna, nipote di Livia, una delle sorelle di Alberto.
“Casarano -commenta La Manna- non gli ha conferito nessun riconoscimento, neppure una targa. E questo è grave, non perché era il fratello di mia nonna, ma perché il suo curriculum ha dato enorme lustro al nostro paese nel campo dell’arte cinematografica e teatrale internazionale”. Intanto, l’appello di La Manna ha avuto un primo importante risultato: rintracciare la figlia di Alberto, Fabiana, che vive a Buenos Aires. “Scusa per il mio italiano -scrive Fabiana, rivolgendosi a Francisco- non riesco ad esprimermi per l’emozione che provo in questo momento… È più forte di me! Non sapevo niente della vita di mio padre in Italia e dei suoi fratelli. Credevo persino che fosse nato in un’altra città”.
Nel corso del secondo conflitto mondiale, Alberto frequentò il corso di regia all’Accademia d’arte drammatica fondata e diretta da Silvio D’Amico. Lì conosce e stringe amicizia con Federico Fellini, suo compagno di stanza, Adolfo Celi, al quale resterà legato da una fraterna amicizia, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Luciano Salce, Luchino Visconti, Ruggero Giacobbi, Giorgio De Lullo, Lea Padovani e Luigi Squarzina.
Nell’estate del 1949 realizza il suo primo film dal titolo Una voce nel tuo cuore. D’Aversa riuscì ad avere, nel cast, il meglio del meglio: Vittorio Gassman, al suo esordio sul set cinematografico, Fiorella Carmen Forti, Nino Pavese, Constance Bowling, Riccardo Billi, Elsa e Vanna Polverosi, Jolanda Dal Fabbro, Beniamino Gigli, Gino Bechi e Tito Schipa. A curare la fotografia fu il pioniere della fotografia cinematografica Rodolfo Lombardi. Il film è un’agile commedia musicale, dove Gassman interpreta il ruolo di un giornalista di nome Paolo. Il successo della pellicola è tale che Alberto decide di chiamare Paolo il suo secondogenito. Il regista restò molto legato alla sua terra d’origine, tanto che, nell’inverno del ’49, in prima assoluta, fece proiettare gratuitamente per due settimane il suo film a Casarano.
Si fece notare da alcuni produttori argentini che gli commissionano alcuni lavori. Successivamente si trasferì in Argentina, dove insegnò all’Università de La Plata e fu chiamato a dirigere il Teatro di Stato e la Scuola nazionale di arti sceniche. Morì a 49 anni, il 21 giugno 1969 a San Paolo, stroncato da un infarto. Ricevette un funerale pubblico ed è sepolto nel Mausoleo do actor in San Paolo, dove gli viene dedicato anche un teatro.
Alberto Nutricati