Inedita unità di intenti tra il rettore dell’Università del Salento, Domenico Laforgia, ed il mondo imprenditoriale salentino
Soprattutto negli ultimi tempi si è teso a sminuire il ruolo delle università italiane in termini di capacità nel favorire gli agognati sbocchi occupazionali. Che sia vero o no, le lauree di casa nostra sembrano valere assai meno di quelle rilasciate dagli altri atenei del continente europeo e dell’Occidente in generale, almeno così raccontano le più svariate anche se a volte improbabili graduatorie. Questi presunti dati di fatto hanno scatenato finalmente un forte dibattito su quali possano essere le misure più adatte per facilitare lo sbarco dei laureati nel modo del lavoro. A Lecce, questa volta si fa sul serio, e lo testimonia il proficuo incontro tenuto si nella sede di Confindustria Lecce, tra gli imprenditori e il rettore dell’Università del Salento, Domenico Laforgia.
“Questo incontro si inquadra nell’ambito del ciclo di incontri da noi promossi, a partire da novembre scorso, sulla responsabilità sociale ed economica dell’impresa, volta a favorire la consapevolezza nei cittadini e negli stakeholder della centralità dell’imprenditoria, quale motore di sviluppo economico e sociale -ha dichiarato il presidente di Confindustria Piernicola Leone De Castris (nella foto), che soddisfatto ha aggiunto che “il mondo universitario rappresenta una sponda imprescindibile per un territorio che vuole crescere e competere. Le eccellenze, che caratterizzano l’Università del Salento -ha proseguito- costituiscono uno strumento importante per supportare le imprese nella loro corsa allo sviluppo, facilitando il trasferimento tecnologico e delle competenze professionali. Occorre, però, cercare di stringere un rapporto sempre più sinergico e continuativo, favorendo l’approccio reciproco ed il dialogo”.
Il Rettore Laforgia, da parte sua, si è mostrato soddisfatto e conciliante su quanto affermato da Leone De Castris, e sulle decisioni prese di comune accordo con l’interlocutore principale. “Sono lieto di essere qui -ha subito asserito il Rettore- non fosse altro perché fino al ’99 sono stato anche io un imprenditore. Poi, l’allora rettore Rizzo mi convinse a prendermi carico del Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione e, poi, di tutta l’Università”. In seguito, entrando più nello specifico, ha sottolineato che “l’Università o viene usata con garbo e intelligenza, oppure è inutile qualsiasi approccio”. E che “noi facciamo ricerche per la Nasa ma voi ci scoprite sui giornali che abbiamo ben 35 spin-off, alcuni dei quali in collaborazione con grandi imprese, come con Avio che ha assunto 12 persone: il nostro fiore all’occhiello”.
Laforgia si è soffermato sul grande successo raggiunto da “un giovane brillante che si chiama Sannino, che prima ha inventato un gel particolare e poi ha fondato l’azienda che si chiama Gelesis, che va sul mercato americano e che ha avuto un finanziamento di 500 milioni di dollari. Questo è quello che può fare l’Università, che mette a disposizione brillanti idee e che dovrebbe trovare imprenditori che le sostengono, spesso però manca l’approccio imprenditoriale che consente di dialogare. Ma più importante di tutto -ha concluso- è che l’Università può collaborare con gli imprenditori a patto che questi ultimi sappiano cosa vogliono. Abbiano quindi le idee chiare, in modo che ci consentano di portare avanti un progetto di ricerca”.
Insomma, un’unità di intenti che potrebbe e dovrebbe portare al raggiungimento di risultati assolutamente possibili ed indispensabili in questi anni di dura contrazione economica.
Francesco Covella