Da Ipergum a Iperstanda a Billa Superstore: dopo tre passaggi di proprietà, oggi il centro commerciale sulla Lecce – San Cesario è sull’orlo della chiusura
Un difficile destino quello del Superstore di San Cesario e a pagarne le conseguenze saranno soprattutto i 72 dipendenti della struttura che chiedono, ancora una volta, uno sforzo da parte delle istituzioni per non ritrovarsi da un giorno all’altro senza un lavoro. L’ipermercato fu inaugurato nel 1992 con il nome di Ipergum e successivamente chiuso nel 2002, poi riaperto nel 2004 con il nome Iperstanda e convertito, infine, nel 2007 in Billa Superstore dopo la vendita della società Standa alla società austriaca Billa.
La comunicazione dell’imminente chiusura, paventata da alcuni mesi dai sindacati e dagli stessi lavoratori, è arrivata direttamente dal vertice nazionale convocato dallo gruppo Rewe-Billa tenutosi a Roma presso la sede di Confcommercio. La situazione è ancora più preoccupante, poiché, nella dismissione decisa dal gruppo, di tutti i punti vendita del centro sud, solo l’ipermercato di San Cesario non ha trovato l’interesse da parte di altri imprenditori per una possibile ricollocazione.
Il gruppo Billa è entrato in possesso del centro commerciale di San Cesario nel 2007 contando su una serie di sgravi fiscali per tre anni e sull’assunzione di una parte del personale all’epoca ‘parcheggiato’ in cassa integrazione straordinaria. Fino al 2010 ha, dunque, attuato un contratto di solidarietà con conseguente riduzione di orario di lavoro e di stipendio per il personale, promettendo -ma mai attuando- un piano di rilancio del centro commerciale.
A distanza di pochissimi anni, ecco ripresentarsi lo spettro del licenziamento. Nei prossimi giorni, infatti, il gruppo attiverà la procedura di mobilità per ben 72 dipendenti. Un futuro di incertezze si apre così per quanti lavorano nel megastore considerato che, almeno per il momento, non sembrerebbero esserci acquirenti disposti a rilevare la struttura. Preoccupazione e amarezza imperversano, quindi, tra i lavoratori che sabato scorso hanno incrociato le braccia per 8 ore in segno di protesta.
“Abbiamo chiesto a Billa cosa avrebbe inteso fare se nessun competitor si fosse dimostrato interessato ad acquisire l’attività -afferma Valentina Fragassi, segretaria provinciale Filcams Cgil- e loro ci ha risposto che avrebbe avanzato una procedura di licenziamento collettivo. La situazione è a dir poco complessa poiché sulla questione Billa entrano in gioco diverse componenti, in primo luogo la problematica relativa all’affitto dei locali che ammonta intorno ad un milione e 200mila euro l’anno; in secondo luogo, lo scoglio dei 72 lavoratori con un proprio peso specifico poiché rivengono dalle cessioni dell’ex Ipergum. Noi del sindacato da subito ci siamo attivati chiedendo anche l’intervento della Regione Puglia poiché, essendo ancora di loro competenza la gestione delle licenze dell’iper, potrebbero aiutarci a sondare il territorio per capire se possano realmente esserci competitor interessati ad acquistare l’ipermercato. La responsabilità -conclude la segretaria generale Filcams- è totalmente di Billa poiché non ha investito su questo punto vendita, sebbene abbia potuto usufruire dei contratti di solidarietà e di sgravi fiscali legati agli ammortizzatori sociali pubblici”.
Alessandra Caiulo