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Le associazioni dei consumatori contro Trenitaglia

Gli utenti non ci stanno e fanno fronte comune muovendosi lungo quattro direttrici: class action, ricorso all’Antitrust, monitoraggio dei disservizi e l’istituzione di un Numero Verde 
 
Un passo indietro da parte di Trenitalia ed una qualità del servizio al passo con i tempi. È quanto chiede il fronte comune che in questi giorni si è levato soprattutto in Puglia con l’entrata in vigore dei nuovi orari di Trenitalia. I tagli, è opinione comune, muovo venti di secessione ed allontanano ancor di più il Sud dal resto d’Italia, soprattutto in un periodo storico come questo in cui la Nazione sembra viaggiare, è proprio il caso di dire, a due velocità. E per far recuperare al Sud il passo perduto si organizzano incontri, si stimolano contatti fra istituzioni e Trenitalia, spesso con il coinvolgimento diretto del Governo centrale. È per questo che il 17 gennaio prossimo Nichi Vendola insieme ai governatori delle Regioni del Sud incontrerà a Roma il presidente del consiglio Mario Monti. Ed il primo punto sul tavolo nel confronto non potrà prescindere dalla questione calda del momento: ridare al Sud ed alla Puglia ciò che è stato tolto (ergo: tagliato) in tema di trasporti su rotaia. 
Intanto, in attesa che le istituzioni e la politica facciano il loro corso a difesa del territorio e delle sue genti, si muovono i consumatori ed attori finali (penalizzati) dell’intera questione. Le associazioni dei consumatori pugliesi hanno “fatto cartello” e si sono riunite in una consulta regionale per far valere le proprie ragioni. È dell’inizio di questa settimana l’invio a Nichi Vendola di un “vademecum” delle iniziative comuni che l’organismo sta intraprendendo nei confronti di Trenitalia. Iniziative che la Regione non può che “sposare”. 
L’azione dei consumatori si muove su una direttrice che impegna quattro corsie. Primo fronte: la diffida a Trenitalia in modo da avviare una class action, “quanto mai opportuna -come ha sottolineato lo stesso Vendola- perché si tratta di un atto di ribellione civile nei confronti di una scelta incivile”.  Secondo fronte: un esposto all’Antitrust per l’aumento del costo dei biglietti e per le promozioni pubblicizzate con pratica commerciale scorretta. È parere dei consumatori infatti che la circostanza che Trenitalia operi in regime di monopolio per quanto riguarda le tratte a percorrenza nazionale non offra agli utenti la possibilità di “alcuna altra opzione alternativa di trasporto su rotaie”. Terzo fronte: l’attivazione di un monitoraggio costante del servizio, da attuarsi con l’avvio di una convenzione con la Regione che permetta ai consumatori di mettere in atto quanto tra l’altro è previsto per legge (vedasi Finanziaria 2008 che introduce l’istituto della valutazione civica dei servizi pubblici). Il monitoraggio ha come obiettivo “obbligare Trenitalia a rispettare gli standard di qualità previsti dal contratto di servizio con la Regione” in modo che in caso di inadempienze la stessa Regione possa applicare le penali e le sanzioni previste. Il quarto ed ultimo fronte riguarda invece l’istituzione di un numero verde (l’800.66.18.34, attivo dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13) per registrare reclami e lamentele da parte dei consumatori-utenti. Le lamentele su eventuali disservizi potrebbero attivare in modo diretto e spedito le azioni di risarcimento danni nei confronti di Trenitalia. E da questo punto di vista i Giudici di Pace si sono già dimostrati “particolarmente disposti” ad accogliere le istanze dei cittadini. 
 
 
E dal mondo politico un coro “no” a difesa del territorio
 
Si leva a 360 gradi ed in modo bi-partisan la protesta contro la decisione di Trenitalia di tagliare alcune corse a lungo e medio tragitto da e per la Puglia. 
Il governatore  della Regione Nichi Vendola invita Trenitalia a “ripristinare ciò che ci è stato tolto”. E detta anche la ricetta per un fronte comune: “Occorre mettere in sinergia -ha sottolineato Vendola- le diverse istituzioni e i diversi attori sociali, per rendere questa battaglia forte e determinata e che non potrà che concludersi dando ragione alle nostre ragioni”. 
Sulla stessa lunghezza d’onda è il centrodestra rappresentato in regione da Rocco Palese. “C’è un’ampia condivisione sul merito e sul metodo -ha dichiarato il consigliere del Popolo della Libertà- per fare in modo che Trenitalia cancelli i tagli e riveda le tariffe. La politica e le istituzioni devono trattare con Governo e Trenitalia, la politica deve fare lobbing sul Governo e su Trenitalia. Le istituzioni, quindi la Puglia insieme alle altre regioni del Sud devono trattare con Trenitalia -ha concluso Palese- per cercare di comprendere quali siano le ragioni, anche di mercato, per cui Trenitalia, che peraltro opera in regime di monopolio sulle lunghe tratte da e per il Mezzogiorno, continuando a tagliare i treni da e per le nostre Regioni e a penalizzarci sui prezzi”.
Sul piede di guerra è pure l’Associazione Nazionale Comuni d’Italia di Puglia. “Ribadiamo il nostro sostegno -ha spiegato il presidente regionale Anci, Gino Perrone- a tutte le iniziative tese al ripristino dei collegamenti soppressi e solleciteremo un intervento in tal senso di Anci nazionale. L’auspicio è che anche i parlamentari pugliesi e meridionali intervengano a sostegno delle ragioni dei nostri territori, fortemente penalizzati dalle scelte di Trenitalia, che compromettono il nostro sviluppo. La mobilità -ha precisato Perrone- è una importante occasione di rilancio è un diritto primario che deve essere accessibile a tutti e va garantito anche al Sud, in termini di efficienza, qualità, diffusione del servizio e frequenza dei collegamenti”.
 
Daniele Greco