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Violenza sulle donne: in aumento le richieste d’aiuto

Lo confermano i dati diffusi dal Centro Antiviolenza “Renata Fonte”: donne sempre più vittime di persecuzioni e maltrattamenti in Salento
 
I dati parlano chiaro: il fenomeno della violenza contro le donne, nel Salento, si consuma all’interno delle mura domestiche, dei rapporti sentimentali e familiari. Lo conferma il “Rapporto Annuale 2010/2011” del Centro Antiviolenza “Renata Fonte” di Lecce, che fotografa la situazione nel nostro territorio. 
Le richieste d’aiuto, rispetto allo scorso anno, sono aumentate. Oltre 700 le donne che hanno contattato il centro, con una media giornaliera di due chiamate. L’indagine è stata presentata nel neo-inaugurato spazio “Open Space” di Palazzo Carafa. “Siamo qui per mostrare dati -ha affermato il consigliere comunale Roberto Martella, con delega ai Servizi sociali- che non avremmo mai voluto diffondere. Quest’anno, nel territorio provinciale, c’è stato un incremento del fenomeno. Bisogna ringraziare il Centro Antiviolenza, cui l’Amministrazione comunale è grata, per l’aiuto che fornisce a tutte le donne che si sentono bistrattate, e non solo fisicamente”. 
Tra le 705 richieste di soccorso (questa la quantità precisa) si registra la presenza di donne che hanno un’età compresa tra i 25 e i 60 anni, rappresentando l’85% del totale. Tra queste, ancora, molte non hanno un reddito, sono cioè casalinghe che hanno dedicato la vita alla famiglia e ai figli. Un 30% di donne lavoratrici, invece, non ha un’autonomia economica perché, spesso, lo stipendio è nelle mani del consorte. La disoccupazione peggiora situazioni già drammatiche di per sé. I mariti sono vittime dell’alcool e depressione e violenza caratterizzano l’ambiente familiare. La personalità della donna è umiliata, vessata, offesa gratuitamente, spesso soggetta alla paura e al terrore esercitato dal partner. 
“Dal maggio 2003 l’associazione Donneinsieme Onlus ha firmato una convenzione col Comune di Lecce; in qualità di presidente del Centro -ha aggiunto Maria Luisa Toto– chiedo al Ministero di essere tutelata, assieme alle altre donne che vi operano, in quanto donne professionalmente formate e abili nel gestire situazioni di questo tipo. Non possiamo più essere lasciate da sole e vogliamo rappresentare una categoria di lavoratrici nel settore della non violenza”. Tra le richieste d’aiuto anche quella di qualche uomo, sulla cinquantina, vittima di stalking.
 
(B.P.)