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Ciclo dei rifiuti, adesso occorre cambiare in meglio

In attesa del nuovo Piano regionale, in un convegno organizzato dal Consorzio Ato Le/2 sono state analizzate le possibili soluzioni per una gestione ottimale del ciclo dei rifiuti e contro l’aumento dei costi per le famiglie 
 
Risolvere definitivamente l’emergenza relativa alla gestione del ciclo dei rifiuti e abbattere i costi che gravano sui cittadini: sono stati questi in sintesi i punti centrali del convegno “Il ciclo integrato dei rifiuti: evoluzioni in corso”, tenutosi lo scorso 7 giugno presso il Palazzo Marchesale di Botrugno. L’incontro è stato voluto e organizzato dal Consorzio Ato Le/2 con il Patrocinio di Regione Puglia, Provincia di Lecce, Anci Puglia e AssoAto Puglia. 
Con il consulente tecnico dell’Ato Le/2 Fernando Bonocuore in veste di moderatore, il convegno ha visto la partecipazione del presidente provinciale Antonio Gabellone, del dirigente regionale del Settore Rifiuti Giovanni Campobasso, del presidente dell’Ato Le/2 Silvano Macculi, della responsabile regionale del Settore Rifiuti Tonia Riccio e del progettista dell’Ato Le/2 Riccardo Bandello. Un incontro propedeutico alle future azioni e provvedimenti regionali in materia di gestione dei rifiuti, come spiega Silvano Macculi: “Il convegno si inseriva nella redazione del nuovo Piano regionale dei rifiuti tutt’ora in corso e quindi volevamo creare un tavolo di confronto tra Regione, Provincia, Ato e Comuni per dare un nostro contributo. È stato un incontro operativo tra i diversi livelli funzionali per capire quale possa essere il ruolo di ogni ente nel raggiungimento di tre obiettivi: fare uscire definitivamente la regione da questa emergenza, non avere più rifiuti per strada e predisporre un’impiantistica adeguata e completa così da attuare una raccolta differenziata di alto livello”. 
In merito a ciò, Macculi ha spiegato quale possa essere a suo parere il più corretto modello di gestione del ciclo dei rifiuti: “L’aumento esponenziale dei costi che gravano sulle tasche dei cittadini è dovuto alle diverse fasi di cui si compone questo ciclo: raccolta, selezione, trattamento, combustione in cdr e i vari momenti del trasporto del materiale. In questa situazione, la mia proposta è quella di mantenere l’Ato in un ruolo che definisco ‘leggero’: continuerebbe cioè a programmare e pianificare insieme alla Regione, ma coinvolgendo anche i Comuni e nello stesso tempo garantirebbe un servizio omogeneo, lasciando la gestione del ciclo ai Comuni, ma mantendo una costante funzione di supervisione. Attualmente, poi, il cdr viene bruciato a Grosseto e Isernia con elevati costi di trasporto; auspico quindi un immediato sviluppo di impianti di compostaggio, come Manfredonia o la sperimentazione della Colacem di Galatina. Tutto questo, insieme ad una ottimale riperimetrazione delle Ato, potranno a mio parere contribuire al miglioramento dell’organizzazione del ciclo dei rifiuti e all’abbattimento dei suoi costi”. 
Fiducioso per l’avvenire anche il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone: “Oggi sono emersi degli spunti importanti dai quali partire per trovare soluzioni che permettano il contenimento dei costi e il rispetto degli obiettivi impostici da Governo, Unione Europea e da noi stessi. La gestione del ciclo dei rifiuti incide sul rispetto degli standard di qualità a cui il nostro ambiente e sottoposto ed è legata quindi anche all’attenzione che il territorio riserva al turismo. Occorre quindi agire sia dal punto di vista della prevenzione, sia sul ciclo dei rifiuti vero e proprio. In un momento di difficoltà economica sia per le famiglie, sia per gli enti che si rifanno sulle famiglie stesse -ha aggiunto Gabellone-, le economie di scala che possono derivare dal ciclo diventano elementi fondamentali. Queste, insieme ad una impiantistica potenziata con il compostaggio, ad una migliore organizzazione, ad una adeguata sinergia tra i diversi ambiti territoriali e a delle buone prassi da replicare laddove si verifichino, possono diventare un importante punto di incontro su cui realizzare il contenimento dei costi a cui puntiamo”. 
 
Alessandro Chizzini