Cerca

Per il Parco Rudiae è il momento di rinascere

Il Comune di Lecce ha vinto la causa contro alcuni proprietari terrieri e può cominciare a pensare al tesoro nascosto di Rudiae che, scavo dopo scavo, viene sempre di più alla luce
 
Ora che la vicenda giudiziaria può dirsi più chiara e l’esito dei giudici a favore del Comune di Lecce è stato espresso, il parco di Rudiae potrà ricominciare a vivere. Il ricorso presentato da alcuni proprietari terrieri è stato respinto dal Consiglio di Stato, ritenendo l’esproprio operato dal Palazzo Carafa, di fatto, legittimo. 
La storia ha inizio nel 2007, quando l’Amministrazione comunale dispone l’acquisizione delle aree di proprietà dei signori De Nitto, Calabrese Aversini e Marchiò, per dare vita al progetto di valorizzazione e restauro del parco archeologico di Rudiae. Gli scavi hanno inizio e, man mano, portano alla luce un tesoro inestimabile. I proprietari, intanto, ritengono lesi i propri diritti e ricorrono al giudice. Il ricorso viene respinto in primo grado e -notizia di questi giorni- di nuovo in appello. “Il percorso amministrativo era legittimo -ha commentato, soddisfatto, il sindaco di Lecce, Paolo Perrone-. Ora daremo una decisa accelerazione ai lavori, in modo tale da regalare a Lecce, ai leccesi e ai turisti, un parco archeologico di grande interesse sul piano storico. Basti pensare all’anfiteatro di epoca messapica che sta venendo alla luce”. 
Secondo il primo cittadino, convinto dell’importanza strategica del sito, è “fondamentale conoscere la storia di quest’area, le sue tracce, i suoi tesori”. Come farlo? Semplice: “Stiamo affidando ai giovani un progetto ambizioso; un centro per l’archeologia, per imparare a scavare nella storia. Il recupero del parco Rudiae, non è solo un obiettivo politico e amministrativo -ha spiegato Perrone- ma un preciso dovere morale, nei confronti della comunità e della sua storia”.  
E infatti, a pensarci bene, c’è una primizia assoluta: Lecce è l’unica città del mondo ad avere due anfiteatri. A farlo sapere, in modo raggiante, è il presidente del quartiere Rudiae-Ferrovia, Carmelo Isola, che proprio un paio di settimane fa ha fatto rivivere il parco, in una bella domenica di sole. I lavori di scavo nel parco archeologico, avviati dall’inizio dell’anno, stanno portando alla luce il vecchio anfiteatro di Rudiae, risalente all’età messapica, tra il II e il I secolo A. C. Lungo cento metri e largo sessanta, la struttura storica ha sedili in legno, a differenza di quello collocato in piazza S. Oronzo. “Entro sei o sette mesi -ci fa sapere Corrado Notario, coordinatore del Museo Diffuso di Cavallino- gli scavi saranno completati”. Uno dei gioielli di famiglia della città di Lecce su cui (e tutti ne sono consapevoli, amministratori compresi) bisogna puntare. 
A rendere chiara la necessità di proteggere questo tesoro da eventuali speculazioni edilizie, così come accaduto in passato, è Beppe D’Ercole, presidente dell’associazione “Vivere Lecce”, secondo il quale i rischi ci sono tutti: “In tanti hanno costruito a ridosso delle zone interessate dagli scavi -ha più volte evidenziato-, non ci si rende conto della gravità della situazione e della preziosità del sito”. Secondo D’Ercole, infatti, il parco potrebbe arricchire l’offerta turistica del territorio, a favore dei flussi turistici in arrivo a Lecce città. Un parco che affonda le sue radici nel passato, dunque. Ma che ha tutta la voglia di vivere del suo presente, per se stesso e per gli altri. Per poter raccontare ancora, attraverso la sua storia, qualcosa ai posteri e sopravvivere nel loro ricorso. 
 
Barbara Politi