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Palazzo Carafa, al via i test antidroga

Urine o capelli: agli interessati la libera scelta. In questi giorni gli amministratori comunali si potranno recare nella struttura sanitaria dell’Asl o nel laboratorio “Pignatelli” di Lecce 
 
Le modalità sono più che chiare. Adesso, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Può dirsi, questa, la settimana dei test -i test antidroga, s’intende-. Se ne parla nei corridoi di Palazzo Carafa, salta fuori qualche battutina, qualcuno storce il naso. Tutti, però, sembrano volersi sottoporre alla singolare prova (o riprova, per meglio dire) lanciata dalla senatrice Adriana Poli Bortone e dal gruppo consiliare di Io Sud. Tra i consiglieri di maggioranza c’è chi ci gioca su, come nel caso di Damiano D’Autilia: “Pronto a fare il test. Estendo l’invito a tutti, proponenti compresi”, ironizza sulla sua pagina Facebook. Fatto sta che, via via, tutti i consiglieri stanno raggiungendo il laboratorio “Pignatelli” di Lecce, oppure gli uffici dell’Asl. 
Urine o capelli, questo il dilemma. Ai singoli la scelta. Il via libera ai test è arrivato nelle ultime ore, quando tutte le modalità sono state messe a punto dal presidente del Consiglio comunale Eugenio Pisanò che, per primo, ha dato la sua disponibilità al test tricologico. Si potrà fare l’esame delle urine, nella struttura sanitaria dell’Asl, o nel laboratorio privato “Pignatelli”, grazie ad una convenzione che farà risparmiare qualcosa agli interessati. E mentre i consiglieri di centrosinistra -l’intero gruppo del Partito Democratico- hanno fatto sapere che si sottoporranno al test a Palazzo Carafa (un equipe della Asl raggiungerà il Palazzo del Comune), gli assessori Gaetano Messuti e Giuseppe Ripa hanno deciso di farli entrambi (urine e capelli) per non lasciare nei proponenti alcun dubbio. Così come lo farà il vicesindaco Gianni Garrisi, che però resta fermo sulla sua posizione: “Un’iniziativa del tutto fuori luogo e demagogica”. Dello stesso avviso, Massimo Alfarano: “Mi sottoporrò, certo. Anche se è davvero una cosa ridicola”, ha confidato l’amministratore comunale. 
Non esiste obbligo, come detto, ma in tutti gli interessati c’è la volontà ferma di dimostrare che è tutto a posto. Dopo una prima polemica legata ai costi dell’operazione (per il tricologico si parlava di una somma che oscillava dai 250 ai 500 euro) la “proposta indecente” è stata metabolizzata, e quindi accettata. Anzi, qualcuno già inizia a porsi problemi diversi: meglio l’Asl o il laboratorio privato? “Meglio l’Asl, qualcuno potrebbe polemizzare sui risultati di una struttura privata, nonostante l’eccellente professionalità del laboratorio in questione”, ha dichiarato nei giorni scorsi l’assessore Messuti. 
Non sembra esserci nessuno, al momento, che ha fatto presente la volontà di non accondiscendere alla proposta. Tutti, proprio tutti, si sottoporranno alla prova. I compagni dell’opposizione, che come anticipato sosterranno gli esami proprio a Palazzo Carafa, fanno sapere che per il momento si sottoporranno soltanto al test delle urine. “Solo se necessario -ha affermato il leader e portavoce del centrosinistra leccese, Antonio Rotundo, ci sottoporremo a quello tricologico. Credo, sinceramente, che quello delle urine sia più che sufficiente”. 
Insomma, esami in corso, sarà poi la volta dei risultati, e quindi dei commenti. Sindaco in prima linea, ci sarà tutta l’intenzione di rendere pubblici risultati di cui, gli interessati, dicono già di essere certi. Poi, la palla passerà a chi l’esame l’ha proposto. Come ha detto D’Autilia, “bene, ora tocca a chi l’iniziativa l’ha lanciata”. Uno a zero, palla al centro. 
 
Barbara Politi