Si scioglie il Consiglio comunale in seguito alle dimissioni di quattro esponenti del Pd, uno di Io Sud, uno dei Verdi e di cinque rappresentanti del centrodestra
Era stata definita una “maggioranza bulgara” quella che Ivan De Masi aveva costruito all’indomani delle elezioni comunali di due anni fa. Un blocco “granitico”, quasi inattaccabile dal punto di vista politico e numerico, e che oltre sul gruppo che aveva sostenuto l’uomo nuovo della politica cittadina contava anche sull’apporto di un’ex avversario diretto come Francesca Fersino che, compiendo il salto della barricata, era diventata da vicesindaco uno dei pilastri della “nuova” coalizione governativa.
Invece, questione dopo questione, quella corazzata si è via via indebolita, perdendo “pezzi” durante il suo tragitto. Dapprima con le dimissioni delle assessore esterne in quota Pd Giulia Tenuzzo e Loredana Torsello, quindi con i livori pronunciati dal Partito Democratico e, da ultimo, con i malumori dell’ex vicesindaco Marcello Torsello. Poi, il patatrac con le dimissioni in blocco di una parte del Consiglio comunale, tale da determinare la conclusione anticipata dell’amministrazione De Masi.
A procurare il terremoto a Palazzo di città sono state le dimissioni dei consiglieri di maggioranza Giuseppe Panico di Io Sud (dalle quali i vertici provinciali del movimento di Adriana Poli Bortone hanno preso le distanze), dell’esponente dei Verdi per Casarano Massimo Del Genio e dei quattro Pd (Remigio Venuti, Sergio Abbruzzese, Luigi Crudo e Rocco Greco). Il passo indietro è stato compiuto anche dall’opposizione al gran completo, ovvero dai tre del Pdl Giampiero Marrella, Luigino Bartolomeo e Antonio Gatto, e dai due consiglieri del Cdc Claudio Casciaro e Adamo Fracasso. “Quanto accaduto -scrivono dal Pdl- è solo il prevedibile epilogo di una storia politica nata e condotta male. Quella variegata alleanza messa su in occasione delle ultime elezioni alla fine ha mostrato tutti i propri limiti. Le belle ed innovative idee messe in piazza da De Masi hanno inesorabilmente perso la propria spinta emotiva iniziale e, si sa, quando una bella idea o un bel progetto rimane solo teorico, ben presto perde di credibilità ed in politica perdere credibilità spesso coincide con il perdere ‘i numeri’ di coloro che, all’inizio, hanno creduto in quei progetti ed in quelle idee”.
Daniele Greco