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Radio Padania ci riprova e “invade” e frequenze di ReteOtto

Il ritorno nel Salento dell’emittente leghista ha scatenato anche questa volta polemiche feroci. La radio, infatti, non solo trasmette programmi con contenuti antimeridionali, ma interferisce stavolta con le trasmissioni di un’altra emittente radiofonica 
 
Dopo aver “invaso” l’etere del Salento nel gennaio scorso, l’emittente varesina ritorna e sempre per motivi che poco hanno a che fare con la diffusione del verbo leghista. Le trasmissioni, riprese da qualche giorno, si possono “intercettare” sulla frequenza 105.3 Mhz, a soli 200 kiloherz di distanza dalla frequenza di ReteOtto. Una scelta che danneggia l’emittente salentina e ripropone quanto accaduto a gennaio di quest’anno con Radio Nice, appartenente al gruppo Mixer Media. E proprio Paolo Pagliaro, editore del Gruppo a cui appartiene Telerama, ha voluto stigmatizzare il ritorno delle trasmissioni lombarde dicendosi “indignato, scioccato e pronto a fare le barricate per il nuovo sopruso di Radio Padania. L’aver maldestramente spostato il disturbo dalla frequenza di Radio Rama / Radio Nice su una frequenza che interferisce con gli amici e colleghi di ReteOtto, non muta di una virgola -scrive Pagliaro- la grinta e la tenacia con cui sono pronto a supportare la battaglia legale, civile ed editoriale del collega Cazzato. Sarebbe sbagliato ed inopportuno. oltre che miope e scellerato, un atteggiamento da parte di tutti gli editori salentini fondato sul mors tua vita mea”. 
Sulla vicenda sono intervenuti anche i Giovani Democratici di Lecce: “Nonostante la recentissima sentenza dei giudici amministrativi che hanno accolto l’accusa nei confronti di Radio Padania di occupare frequenze di proprietà di altre radio, la radio verde -afferma Stefano Minerva, segretario provinciale dei Giovani Democratici- non sembra aver capito la lezione e non ha cercato una frequenza libera su cui piazzarsi nel nostro territorio, bensì si sovrappone nuovamente ad una frequenza radio già occupata. La loro presenza la riteniamo inopportuna. È evidente che l’intervento dei politici locali non è sufficiente a scongiurare questa sorta di supremazia dell’etere, per questo rivolgiamo un appello al Governo centrale affinché intervenga sulla normativa delle radio comunitarie e sull’emendamento che le costituì nel 2001”. 
Secondo quanto stabilito da una norma presente nella Finanziaria del 2001, infatti, Radio Padania si fregia della definizione di “radio comunitaria”, cioè è un emittente che fa comunicazione a favore dello sviluppo delle comunità più “svantaggiate”. Ovviamente Radio Padania sfrutta un vulnus nella legge occupando in maniera disinvolta le frequenze libere al fine di completare la copertura nazionale. Un’operazione che richiede solo un avviso di attivazione al Ministero delle Comunicazioni: una volta trascorsi 90 giorni e in mancanza di segnalazioni di interferenze con altre emittenti del luogo, le radio comunitarie possono utilizzare senza alcuna limitazione la nuova frequenza, ma soprattutto rivenderla o permutarla.