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Un faro in alto mare

C’è grande attesa per l’udienza del Tar di Lecce che, tra meno di un mese, vedrà contrapposti il Comitato “Giù le mani da Punta Palascìa” e la Marina Militare 
 
Sovrasta e divide, nel punto più orientale d’Italia, le acque dello Ionio da quelle dell’Adriatico. È il faro di Punta Palascìa, oggetto negli ultimi anni di un’accesa diatriba. Una contesa tra i cittadini di Otranto, dove il faro ricade, e la Marina Militare, che troverà, nella giornata del prossimo 23 febbraio, una prima risoluzione. Il Tar di Lecce, in prima udienza dopo la fase istruttoria, ascolterà le parti. 
È il 2006 quando la Marina presenta, per la prima volta, il progetto al Comune di Otranto: nell’area circostante il faro (uno dei cinque del Mediterraneo, tutelati dalla Commissione europea) avrebbe trovato spazio l’ampliamento della base militare presente sulla scogliera di Palascìa, con la costruzione di alloggi destinati ai militari, di due torri di cemento alte 11 metri ciascuna, di un grande parcheggio per i mezzi e la ristrutturazione di un edificio già esistente. A qualche mese di distanza (il 3 agosto 2007), proprio durante i lavori di realizzazione di un’autorimessa, 35 associazioni locali si uniscono fondando il comitato “Giù le mani da Punta Palascìa”. Cittadini che, convinti dei propri valori, intendono con tutte le forze salvaguardare la terra in cui sono nati e impedire qualsiasi contaminazione. La controversia ha inizio. Da una parte il comitato che, sollevando una forte opposizione “anti-cemento”, richiama la legge n. 30 del 26 ottobre 2006, con la quale viene istituisce il Parco regionale “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase; Otranto e il suo faro sono parte integrante di quest’area protetta e, dunque, secondo il comitato, senza pareri che autorizzino il contrario, non possono essere toccati. Dall’altra, la Marina Militare che, trattandosi di territorio appartenete al demanio militare, è convinta di non dover ottenere alcuna autorizzazione paesaggistica da parte delle autorità amministrative. 
È impensabile, per la cittadinanza protagonista di questa lotta civile, dover vedere deturpata la meraviglia che, ogni San Silvestro, attrae migliaia di visitatori lì dove sorge la prima alba del nuovo anno. Ecco perché, il 18 agosto 2007, una grande manifestazione musicale ravviva la serata estiva, alla presenza, fra gli altri, del sottosegretario all’Ambiente Laura Marchetti. Sono presenti anche molti sindaci dei comuni limitrofi: il primo cittadino di Melpignano Sergio Blasi, e poi ancora, le amministrazioni di Nardò, Casarano, Collepasso e Uggiano La Chiesa. Mentre la Regione Puglia interviene, chiedendo chiarimenti sul progetto di ampliamento della base militare alla Marina e avocando a se ogni autorizzazione, l’allora presidente della Provincia di Lecce Giovanni Pellegrino, appoggia la causa del comitato ed esterna le sue preoccupazioni. Non solo: Pellegrino, da avvocato, ritiene illegittimo l’intervento progettuale della Marina. Dopo diversi tentativi di conciliazione tra le parti (tutti falliti) e numerosi vertici romani, nell’arco dei due anni successivi, il comitato (che già, nel marzo del 2008, aveva incassato il “no” della Regione alla base militare), insieme al signor Piervincenzo Scaffidi, decide di impugnare davanti al Tar tutti gli atti di formazione e approvazione del progetto, chiedendone l’annullamento. 
Come ricordato, il Tribunale Amministrativo, dopo aver ascoltato le parti, si pronuncerà non prima di 60 giorni. In quell’occasione, si definirà se a prevalere sarà il pregio paesaggistico di quella parte del Salento o gli obiettivi e gli impegni militari della nostra nazione. 
 
Barbara Politi