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Energie rinnovabili in Puglia: regole cambiate dal 1° gennaio

Sono entrate in vigore le nuove linee guida per l’approvazione degli impianti. Nel documento, tempi più veloci ma soprattutto vincoli più rigidi 
 
Si chiama “Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili ed è il nuovo regolamento che disciplina la nascita d’insediamenti d’energia rinnovabile sul territorio regionale, in vigore dal primo gennaio 2011. L’obiettivo del testo (estremamente utile per amministratori e imprenditori “illuminati”) è quello di snellire le procedure e stringere i tempi degli iter autorizzativi. Facilitato lo smaltimento delle pratiche, le linee guida, però, rendono più difficile l’approvazione dei progetti imprenditoriali, essendo più rigidi i vincoli e i criteri d’ammissione. Di mezzo, infatti, c’è la salvaguardia dell’ambiente e dell’agricoltura che, come più volte sottolineato dall’assessore regionale al ramo, Lorenzo Nicastro, il regolamento ha a cuore, così come lo spirito imprenditoriale dei pugliesi. 
In base al testo, oggi diventa facile per la Regione Puglia accettare o escludere il progetto di un impianto ad esempio fotovoltaico in una precisa zona del territorio regionale: una vera e propria mappatura indica tutte le zone soggette a qualsiasi tipo di vincolo come parchi, riserve, siti Unesco, beni culturali e territori costieri. E ancora, laghi, fiumi, boschi, zone archeologiche, tratturi, gravine, grotte, corsi e torrenti. Qualsiasi iniziativa voglia ricadere su queste aree d’interesse pubblico, così, è esclusa a priori. È impossibile, secondo le tabelle allegate al regolamento regionale, che un impianto eolico sorga in un’area naturale protetta nazionale, così come per il fotovoltaico o le biomasse. 
Anche le aree edificabili urbane, secondo la mappatura, risultano non disponibili agli insediamenti d’energia alternativa: per l’eolico, sussisterebbe un serio rischio di caduta delle pale e, quindi, un possibile pericolo per l’incolumità dei cittadini. Improponibile, nelle aree cittadine, la realizzazione di una centrale a biomasse mentre, secondo regolamento, fattibile appare l’esistenza di un impianto fotovoltaico “integrato in manufatti edilizi esistenti e legittimamente costruito”, si legge nel testo. 
Le linee guida tutelano, poi, i cosiddetti “coni visuali”; il panorama, cioè, di alcune bellissime zone della Puglia che, interessate anche da produzioni agroalimentari di qualità e quindi con coltivazioni biologiche o di marchi come Dop e Doc, sono, per così dire, “intoccabili”. Basti pensare ai meravigliosi paesaggi di Santa Maria di Leuca, Porto Selvaggio e Otranto, nel leccese. Proprio perché protette, tutte queste aree, sottoposte ad una serie di vincoli, non sono compatibili con gli insediamenti d’energia rinnovabile. Se una tale richiesta fosse presentata a Bari, dunque, la Regione Puglia, senza troppe remore, non esiterebbe a rifiutarla. 
“Tutela dello sviluppo e dell’ambiente insieme”, così ha definito il vicepresidente regionale Loredana Capone il nuovo regolamento in materia d’impianti energetici, evidenziandone l’aspetto positivo dell’accelerazione nei tempi delle risposte e dello snellimento delle procedure. Per dire sì o no a un impianto “rinnovabile”, insomma, l’ente regionale oggi ci metterà molto meno tempo. 
 
Barbara Politi