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Scocca l’ora del Mezzogiorno

Presentato il Piano per il Sud, un insieme di provvedimenti per il rilancio del Meridione d’Italia attraverso otto punti: infrastrutture, ricerca, scuola, giustizia, sicurezza, pubblica amministrazione e servizi pubblici locali, incentivi alle imprese e Banca per il Sud
 
Il via libera di palazzo Chigi è arrivato: in una conferenza stampa assieme al premier Silvio Berlusconi il Ministro per gli Affari Regionali, Raffaele Fitto, ha illustrato i punti salienti di un provvedimento atteso dalle genti meridionali quanto l’approvazione del federalismo in terra padana. Una legge che nasce proprio dalla necessità di avviare una “perequazione infrastrutturale” attuando il decreto legislativo sulla riforma della governance dei fondi strutturali, “in riferimento agli articoli 22 e 16 della Legge 42 sul federalismo fiscale”. L’insieme dei provvedimenti saranno articolati in otto punti: infrastrutture, ricerca, scuola, giustizia, sicurezza, pubblica amministrazione e servizi pubblici locali, incentivi alle imprese e Banca per il Sud. 
Nella bozza del documento che avrà bisogno di inevitabili limature e raccordi con le Regioni si parte dal una premessa, ossia “il necessario ripensamento degli indirizzi con cui le risorse finanziarie sono state finora programmate. È indispensabile responsabilizzare tutte le amministrazioni centrali, regionali e locali e introdurre vincoli che valgano quale sanzione di scelte programmatiche disinvolte o di persistenti inefficienze amministrative. Sono gli stessi principi cui si ispira il federalismo fiscale con il quale il Governo intende migliorare qualità ed efficienza della spesa ordinaria che, rappresenta quasi il 95% della spesa pubblica nelle Regioni del Mezzogiorno”.
Alcune priorità riguardano direttamente il nostro territorio, in particolare le opere infrastrutturali: “Nell’ambito del trasporto ferroviario, il Piano intende assicurare la copertura integrale della realizzazione dei collegamenti alta capacità-alta velocità lungo le direttrici Nord-Sud Est-Ovest e cioè Napoli-Bari-Lecce-Taranto, Salerno-Reggio Calabria, Catania-Palermo”. Gli altri interventi hanno carattere di investimento e, più in generale, di programmazione, come la valorizzazione del patrimonio museale ed archeologico del Mezzogiorno anche a fini turistici con la creazione di “hub culturali del Mezzogiorno ovvero di musei, aree archeologiche, complessi storici e architettonici già attualmente (o con potenzialità di divenire) attrattori di domanda turistica di qualità e ad alto valore aggiunto”. 
Differenti se non opposte le reazioni dei politici salentini: il presidente della Provincia Antonio Gabellone sottolinea come nel Piano si parli di Mezzogiorno e di “investimenti in termini precisi, certi, con un calendario stringente e opportuno. Il rilancio del Sud riparte sostenendosi sulle basi solide di ben 80 miliardi di Euro di interventi, cercando di reggersi su tutti i pilastri, dalle infrastrutture ai trasporti, dall’istruzione alla fiscalità di vantaggio, sino all’innovazione finanziaria della Banca del Mezzogiorno. Uno sforzo e un successo per il meridione da ascrivere alla pragmatica e costante azione del Ministro per le Regioni Raffaele Fitto”. Di parere opposto la senatrice Adriana Poli Bortone, per la quale invece il Piano “così come lo leggiamo sui giornali, è un’offesa all’intelligenza dei meridionali perché è singolare che nella Legge di Stabilità in discussione in Senato e che sappiamo dovrà essere approvata, per ordini superiori, senza nessun emendamento, non vi è neanche la velata traccia di questo fantomatico Piano”.