A tre anni dall’approvazione della delibera, il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone sospende il pagamento del dazio sugli accessi a raso adiacenti alle strade provinciali
Novembre 2007: il governo provinciale di centrosinistra approva la delibera per il pagamento delle tasse sugli accessi pubblici, senza il voto della maggioranza. Novembre 2010: la Provincia di Lecce, guidata da Antonio Gabellone, dispone la sospensione immediata di tutti gli accertamenti nei confronti dei proprietari degli accessi a raso che alla Censum, società incaricata della riscossione dei tributi, non dovranno pagare proprio nulla. Forse è soltanto una coincidenza, fatto sta che a distanza di 3 anni esatti si torna a parlare della bruciante questione. Bruciante soprattutto per chi, in possesso di terreni che si affacciano sulle strade provinciali, deve fare i conti con il possibile pagamento dei diritti all’ente pubblico proprietario, cioè la Provincia.
La commissione consiliare di Palazzo dei Celestini ha affrontato l’argomento qualche giorno fa, ma si è impegnata (considerate le incomprensioni sorte tra l’amministrazione e lo sportello tributi) a riportarlo all’attenzione dei commissari nelle prossime ore. Il presidente Gabellone, intanto, comunica la sospensione dei pagamenti e si mette al riparo da una pioggia di contestazioni: “In riferimento alle tante richieste di chiarimento giunte da parte dell’utenza, sugli accertamenti trasmessi dalla Censum nel mese di ottobre, comunico che tutti i cittadini proprietari di accessi pubblici a raso e privi di manufatti potranno riferire alla società che nulla è dovuto e sospendere i pagamenti”. Una buona parte di quei 19mila paganti potrà stare tranquilla, almeno per il momento. La stangata, soprattutto per chi possiede più terreni che rispondono a questi requisiti, è, come dire, “congelata”. Già nell’ottobre 2008 il nostro settimanale accese i riflettori su chi, retroattivamente avrebbe dovuto pagare l’obolo a partire dal 2003, chiarendo come la tassa sugli accessi avrebbe portato nelle casse dell’ente provinciale un introito di 800mila euro e come il mondo agricolo locale (Coldiretti, in prima linea) avesse riscontrato, nella pretesa di pagamento, una serie di imprecisioni “formali”. Fra queste, proprio la tassazione sugli accessi a raso, oggi (stando alle ultime novità fornite dal presidente Gabellone) esclusi dal pagamento.
Barbara Politi