Sedici consiglieri si dimettono e pongono fine all’amministrazione Vaglio. La parola passa al commissario prefettizio, mentre le forze politiche provano a riorganizzarsi
Dopo vari tentativi di mediazione, accrocchi, giochi di palazzo, prospettive di rilancio amministrativo e tanto altro, si è giunti all’unica vera soluzione possibile: il Consiglio comunale ha staccato la spina di un’amministrazione cittadina da tempo ridotta a niente. Sedici consiglieri hanno firmato la fine del “Vaglio-ter”. Spicca l’assenza, tra i firmatari, dei consiglieri in forza al Pdl, ma di fatto il risultato da tempo auspicato da più parti, è stato raggiunto. Gli ultimi tentativi di mantenere una parvenza di governo hanno raggiunto il patetismo e quindi si è preferito voltare pagina, lasciando, di conseguenza, pieni poteri al commissario prefettizio, insediatosi lunedì a Palazzo di Città. A quest’ultimo, Giovanni D’Onofrio (nella foto), ex prefetto di Lecce e di Ancona dal 2005 al 2009, spetterà un compito certamente non facile, dati i numerosi problemi che affliggono la città, primo tra tutti quello di far quadrare un bilancio oramai fuori controllo.
Di certo si è chiusa una delle pagine più controverse della storia cittadina e se ne apre un’altra altrettanto difficile e dai contorni indefiniti. Da qui alle prossime elezioni si vivrà in un costante clima di campagna elettorale, con gli schieramenti pronti a darsi battaglia reciprocamente e costretti, contemporaneamente, a misurarsi con le proprie debolezze, le proprie contraddizioni interne, la propria instabilità cronica che, nei mesi scorsi, ne ha minato la credibilità e la capacità d’agire concretamente. Prima di affrontare i reciproci avversari, le forze politiche neretine dovranno sanare i tanti mali interni: il Pdl, commissariato da settimane, dovrà da un lato ritrovare la propria identità e dall’altro aprirsi a nuove alleanze capaci di ridonargli verve e vigore; anche il centrosinistra dovrà curare dei problemi simili, ritrovando una guida che rimpiazzi Vaglio e serrando nuovamente i ranghi.
Insomma, si è all’inizio di una possibile (ed auspicabile) fase di cambiamento interno alla città. Al di là dell’azione del commissario prefettizio, solo la stabilità partitica potrà garantire il superamento di questa situazione di stallo, scongiurando nuove crisi, nuovi giochi trasformistici e soprattutto un nuovo teatrino politico di cui la città può fare tranquillamente a meno.
Alessio Palumbo