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Blu di rabbia

Insufficienza di parcheggi gratuiti, colonnine per la sosta non omologate, illegittimità delle multe per i grattini scaduti e destinazione dei proventi delle multe stesse. Sono questi i principali elementi alla base di una serie di esposti presentati alla Procura di Lecce dal comitato “Strisce Blu” nei confronti di diversi Comuni della nostra provincia, accusati di sfruttare i parcheggi a pagamento e le relative sanzioni per “fare cassa” 
 
La situazione delle strisce blu non è certo “rosea”. Sono stati presentati alla Procura di Lecce una serie di esposti relativamente molti comuni della provincia, come Gallipoli, Leverano, Galatone, Tricase, Salve, Maglie, Otranto e Parabita. Questi esposti portano la firma di Roberto Spennato, referente per la Puglia del comitato nazionale “Strisce Blu” (regolarmente registrato a Portici, in provincia di Napoli). Le illegittimità più comuni riscontrate nelle differenti aree del Salento sono state la mancanza di parcheggi gratuiti in prossimità di quelli a pagamento, la presenza delle strisce blu sulla carreggiata, le multe per i grattini scaduti (che invece dovrebbero essere recuperati semplicemente tramite avviso bonario attestante la quota mancante per il tempo di sosta), la non omologazione delle colonnine (in particolare quelle di nuova fabbricazione che accettano anche le carte di credito). Inoltre, le amministrazioni dei Comuni sopra i 10mila abitanti sono tenute a stabilire preventivamente dove saranno destinate le percentuali dei proventi delle multe, cosa che, stando al comitato, accade raramente. 
“La finalità del nostro comitato -spiega Roberto Spennato- è garantire solo strisce blu a norma. Spesso troviamo di fronte a noi il muro dei Comuni, ma c’è anche stato qualche caso in cui, provando a chiedere dalla minoranza, questa si era accorta che la questione era controproducente per la propria parte politica, che poi era quella che in precedenza aveva stretto il contratto con la società che gestisce i parcheggi a pagamento. Non sempre c’è possibilità di dialogo con le amministrazioni e raramente riusciamo ad avere accesso alla documentazione in maniera ufficiale, perché non c’è la volontà di far vedere le delibere”. 
Nello specifico, cosa è accaduto in alcuni dei principali Comuni della provincia? Da Lecce, ad esempio, pare non sia arrivata nessuna risposta al comitato, relativa alla richiesta di visione della documentazione fatta dal comitato “Strisce Blu”. A Maglie, la situazione è invece più complessa. Secondo il comitato, legge alla mano, non ci sono parcheggi gratuiti nelle immediate vicinanze di quelli a pagamento, perché -riferiscono sia stato risposto così- il centro storico è una zona di rilevanza storica e architettonica, solo che, secondo Spennato, non esiste alcuna certificazione in merito. La situazione di Casarano però sembra quella più complessa, non solo per la questione della destinazione dei proventi delle multe, ma anche per la sanzione relativa al grattino, e soprattutto per quello che riguarda l’omologazione delle colonnine per la sosta a pagamento. “Il nostro primo approccio al problema è sempre cercare il dialogo con il Comune -prosegue Spennato- di solito, viene risposto che il parcheggio a pagamento può essere un modo per fluidificare il traffico nelle zone centrali della città. Secondo noi, esistono anche altri modi, come le strisce bianche con la sosta a tempo tramite disco orario”. 
Per ora, esistono oltre agli esposti alla procura, due denunce alla Guardia di Finanza, una alla Polizia e due ai Carabinieri, relative a tutti i problemi elencati. “La denuncia del comitato -spiega Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento tematico nazionale ‘Tutela del Consumatore’ dell’Italia dei Valori- segue altri esposti presentati da me, in merito alla gestione delle spese di notifica dei verbali, relativi a sanzioni amministrative, e certamente contribuirà a fare chiarezza in un settore, come quello dei parcheggi a pagamento, nel quale la trasparenza dovrebbe essere la linea guida. Anche perché spesso, non a torto, i cittadini si sentono ingiustificatamente vessati da pubbliche amministrazioni locali, che hanno trovato nelle strisce blu e nelle relative sanzioni un nuovo modo per tassare i cittadini e per rimpinguare i propri bilanci”. 
La questione sarà affrontata a breve dai comuni e come decideranno di fare? Davvero le strisce blu sono un modo per “fare cassa”? A queste domande non si troveranno risposte immediate, anche perché le strisce blu rappresentano una questione annosa. 
 
Angela Leucci