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Botta e risposta tra Rotundo e Pisanò sulle commissioni consiliari

Rotundo: “Pisanò? Uno squadrista”. Ferma la replica del presidente del Consiglio comunale: “A Rotundo le regole stanno molto strette”
 
Lo strappo istituzionale, l’abbandono dell’aula consiliare e poi la visita dal Prefetto. Ed ora la battaglia si sposta per i presidenti di commissione e capigruppo, ruoli simbolici ma non troppo in termini di visibilità, su cui si inasprisce lo scontro tra la maggioranza comunale e le sue opposizioni. Dopo una prima lettera del presidente del Consiglio, Eugenio Pisanò, che concede ai consiglieri due giorni di tempo per indicare i nuovi presidenti delle commissioni Statuto e Cultura. Le due commissioni consiliari sono infatti attualmente guidate da Angelo Tondo e Francesca Mariano, eletti a inizio consiliatura, quindi prima dell’uscita di Io Sud dalla maggioranza, cui spetterebbero invece questi posti, tanto più che (un po’ come accade alla Camera per Fini) lo strumento di revoca non esiste. Per qualcuno si tratta dei postumi del rimpasto e le presidenze sarebbero già destinate a Gianluca Borgia e Daniele Montinaro, per altri invece la stretta sulle regole sarebbe una risposta alle polemiche delle ultime settimane. 
Di questo è convinto Antonio Rotundo che, quasi a confermare i propri timori, ha ricevuto una lettera (anche questa di Pisanò) in cui gli viene chiesto di indicare chi guiderà il gruppo misto in Comune ora che non è più lui il più anziano, essendo intanto subentrato l’ex azzurro Antonio Pellegrino. Secondo Rotundo la stessa scelta di Pellegrino di non entrare nel gruppo Forza Italia – Pdl avrebbe avuto l’obiettivo di fare fuori il portavoce dell’opposizione. “Invece di pensare a risolvere i problemi veri si occupano delle beghe di palazzo che non interessano a nessuno -commenta Rotundo- quella del presidente del consiglio è una inutile manifestazione di squadrismo, che poco si addice ad una figura che dovrebbe essere di garanzia”. 
Immediata la replica di Eugenio Pisanò: “In termini di rispetto delle istituzioni abbiamo toccato il massimo -afferma il presidente del Consiglio comunale- con il portavoce della minoranza, che mi ha affibbiato un’etichetta di lontana memoria: squadrista! Credo di rispettare perfettamente il gioco delle parti se ricordo a tutti che Rotundo incarna molto bene il ruolo del ‘Rocco Spatu’ della politica leccese. Molto spesso quando il proprio volere non si concretizza, diventano strette le regole entro le quali muoversi, e allora scatta l’attacco personale. Ma, come detto, fa parte del gioco delle parti. Molto probabilmente a Rotundo -incalza Pisanò- le regole stanno molto strette. La rimodulazione degli organi consiliari consente al sindaco, in base all’art. 5, comma 3, del Regolamento sul funzionamento del Consiglio, di riconoscere in ogni suo singolo consigliere o gruppo, il soggetto o i soggetti che sostengono la maggioranza di governo. Non esistono -continua Pisanò- logiche di limitazione dei diritti delle minoranze, che manterranno la rappresentatività nelle commissioni consiliari, così come prevedono il regolamento e lo statuto, così come non è stato per nulla architettato l’ingresso del consigliere Antonio Pellegrino nel gruppo misto, il quale, essendo il più anziano d’età, ricoprirà automaticamente il ruolo di capogruppo. Inoltre, per dovere di cronaca, questa presidenza attende da tre anni l’indicazione del capogruppo del maggior partito di minoranza”. 
 
Alessandra Lupo