Grande attesa da parte dei lavoratori del centro commerciale Lidl per la sentenza del Consiglio di Stato che ne deciderà la sorte
I lavoratori del supermercato Lidl dovranno aspettare il 23 novembre per conoscere la loro sorte. L’udienza di merito del Consiglio di Stato, fissata per il 13 luglio, non ha avuto luogo perché i giudici, pur presenti, hanno dichiarato lo stato di agitazione per il calendario del giorno.
Tutto ha inizio nel maggio del 2007 con la richiesta della società Capograsso, proprietaria di un terreno sulla SP 362, di un Permesso a costruire per edificare una struttura commerciale. Il Permesso è subordinato al rilascio di un’autorizzazione commerciale che prevede la concentrazione di almeno tre esercizi di vicinato esistenti da più di tre anni. In pratica tre esercizi cedono l’attività a vantaggio di una struttura di maggiori dimensioni. A giugno dello stesso anno, la Capograsso presenta l’istanza per ottenere l’autorizzazione al commercio dichiarando la possibilità di concentrare tre esercizi di vicinato con una superficie commerciale di 750 metri quadrati. Ottenuto il titolo abilitativo per l’apertura di una media struttura di vendita la Capograsso aveva presenta richiesta di ampliamento della superficie commerciale, sino a mille metri quadrati, grazie all’accorpamento di un altro esercizio. Tra settembre e dicembre 2008 si perfeziona la nuova autorizzazione commerciale e il nuovo Permesso a costruire in variante.
A questo compare Lidl Italia a cui viene volturata l’autorizzazione commerciale. Ma, chiaro capita spesso che ci sia una ma, ben prima della catena di discount tedeschi, a questo progetto era interessato Eurospin, importante catena italiana di discount. Eurospin abbandona il progetto dopo vari colloqui con i responsabili degli uffici comunali che evidenziano problematiche tali da rendere poco fruttuoso l’intervento. Fra le aree da cedere al comune, le distanze da rispettare, l’area a parcheggio, il 30% dell’area da destinare a verde con alberi ad alto fusto, la superficie di vendita non era tale da poter giustificare l’investimento. Eppure, Eurospin deve prendere atto che Lidl può contare su una superficie di mille metri quadrati e quindi parte il ricorso al Tar. Si avvia l’iter giudiziario che in primo grado ha dato ragione a Eurospin disponendo l’annullamento delle autorizzazioni commerciali, delle delibere di Giunta relative a questo progetto, dei Permessi a costruire e del Certificato di agibilità dell’immobile. L’avvocato Daniela Ponzo, difensore di Eurospin, chiede l’immediata esecuzione della sentenza e il Comune, nell’aprile 2010, dispone l’immediata cessazione dell’attività. A questo punto Lidl ricorre al Consiglio del Consiglio di Stato e tutto si congela in attesa di questa sentenza importante per il destino dei lavoratori del centro commerciale.
Maddalena Mongiò