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Futuro incerto per l’ospedale “San Giuseppe Sambiasi”

Chiusura di reparti e ridimensionamento dei servizi: i neretini si oppongono al declino del nosocomio cittadino 
 
Da mesi, oramai, si protrae una vera e propria battaglia politica attorno all’ospedale cittadino. Dopo  proteste, trattative e mediazioni, ben poco si è ottenuto. I tagli alla sanità previsti dalla giunta Vendola colpiranno anche il nosocomio neretino, già soggetto a duri sacrifici e ridimensionamenti durante l’era Fitto. Inutili sono stati i tentativi di mediazione portati avanti dal sindaco Antonio Vaglio presso lo stesso assessore regionale alla Sanità, Tommaso Fiore. Gli amministratori regionali non hanno indietreggiato di un passo, imponendo anche a Nardò la nuova politica sanitaria pugliese. 
Di conseguenza, i reparti di Chirurgia ed Ortopedia spariranno, eccezion fatta per il day hospital. Ostetricia, che inizialmente sembrava poter essere dirottata al “Sambiasi”, resterà a Copertino. Uniche note positive sono l’accentramento di Geriatria (esclusa dagli ospedali di Galatina e Copertino) ed il mantenimento della Lungodegenza, della Radiologia (con moderne apparecchiature per la risonanza magnetica), di un ambulatorio di Cardiologia e del centro Dialisi. Infine, il laboratorio analisi potrebbe divenire un centro dipendente dall’analoga struttura copertinese.
Queste, ad oggi, le prospettive più certe, ma di sicuro non condivise dalla cittadinanza. I malumori, già palesi nei mesi scorsi, oramai hanno raggiunto il loro climax. Nell’opinione pubblica è diffusa la convinzione che il polo neretino sia stato eccessivamente sacrificato sull’altare della riorganizzazione sanitaria. Destino di certo condiviso da altri centri ospedalieri, ma non da tutti. Copertino, ad esempio, sembra venirne fuori con molti meno problemi. 
Non si tratta di semplici beghe di paese o rivalità campanilistiche. In ballo ci sono posti di lavoro, capacità ricettive, qualità della vita. Per i consiglieri d’opposizione Salvatore Donadei, Adriano Muci e Oronzo Capoti, “il piano di riordino presentato dall’assessore Fiore al sindaco di Nardò, rappresenta, per l’ospedale neretino, non una razionalizzazione dei servizi offerti, ma una vera e propria decapitazione, in termini di reparti presenti. Ad essere tagliate saranno due specialità fondamentali per il nosocomio neretino: Chirurgia e Ortopedia. Sulla base delle disastrose condizioni debitorie della sanità regionale e considerando che risulterà molto difficile far recedere l’Amministrazione regionale dalla chiusura dei reparti di Chirurgia e Ortopedia, abbiamo intenzione di proporre che il laboratorio di analisi non venga assolutamente ridimensionato a centro prelievi dipendente da quello di Copertino, ma che al contrario venga potenziato; si garantisca un servizio h24 della radiologia attraverso una opportuna dotazione organica, si proceda ad un reale rafforzamento del Pronto Soccorso, cui sia affiancata una unità semplice di terapia intensiva cardiologica, assolutamente necessaria per interventi di primo soccorso e un servizio anestesistico h24; sia potenziato l’ambulatorio di Ginecologia e istituito un ambulatorio di Urologia”. 
Difficilmente le richieste dell’opposizione verranno accolte dalla Giunta Vendola. Più pragmaticamente, tali petizioni rappresentano l’estremo tentativo, peraltro condiviso dalla maggioranza, di alzare la soglia delle proprie richieste al fine di poter trattare e mediare ancora.
 
Alessio Palumbo