La Provincia di Lecce intende mettere all’asta alcuni “gioielli di famiglia”. Un ‘male necessario’, per un’amministrazione pubblica stretta tra Patto di Stabilità e la necessità di fare cassa. Per l’assessore al Bilancio, Silvano Macculi, l’operazione è necessaria per il risanamento del debito dell’Ente, ereditato dalle precedenti amministrazioni
Per scrivere questa rivoluzione ci sono voluti cinque mesi di tempo e di duro lavoro, quello affidato ad una commissione ristretta di esperti (rigorosamente interni) che ha passato al setaccio le spese di Palazzo dei Celestini per tagliare, razionalizzare, sfoltire e, dove necessario, cancellare i costi in eccesso. Proprio quei costi, inseriti nella spesa corrente della Provincia di Lecce e che, al momento di insadiarsi, il presidente Antonio Gabellone e sopratutto il suo assessore al Bilancio, Silvano Macculi, avevano imputato tra le cause del disastro economico denunciato.
Ecco allora che alla vigilia del nuovo bilancio di previsione dell’ente arriva la mannaia, a dire il vero un po’ più gentile del previsto, ma comunque in grado di incidere sulle tasche dell’ente. Partiamo dalle auto blu, o meglio dai mezzi di servizio: Palazzo dei Celestini ne possiede 77, tra automobili ed altri veicoli, questi ultimi quasi tutti ciclomotori in uso al servizio strade; in questo settore non sono previsti tagli ma si provvederà a mandare gradualmente in pensione le vecchie auto a benzina e sostituirle con quelle a gpl. Ci sono poi i cellulari di servizio: in Provincia sono 150 quelli in dotazione di assessori, dirigenti, componenti della Polizia Provinciale, del servizio strade e di monitoraggio ambientale. Anche qui, non calerà il numero dei contratti ma verrà effettuato il controllo delle fatture, con la segnalazione di quelle fuori norma, sensibilizzando (la formula è gentile ma sa di tirata d’orecchi) all’utilizzo dei cellulari di servizio solo per motivi lavorativi. Poi, il capitolo del risparmio negli uffici provinciali passa alla carta e alle stampe ridotte all’osso (misura che farà bene anche all’ambiente), fino all’accortezza di spegnere i computer quando non vengono utilizzati. Tra i capitoli più interessanti, anche perché intreccia il piano delle alienazioni ed alcuni progetti ereditati dalla giunta precedente, c’è quello degli immobili.
Un solo affitto già disdetto, quello per la sede dello Sportello del Cittadino, del Csvs, dello Sportello Immigrazione, di Federcasalinghe e dell’Agenzia dell’energia che si trova in viale Marche ed un altro taglio, previsto in futuro, per il servizio Attività Produttive, ospitato a Palazzo Colonna.
Come detto però nel campo degli immobili, la voce più consistente in bilancio riguarda il piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari, cioè i palazzi di proprietà della Provincia che la Giunta Gabellone vuole (o meglio vorrebbe) vendere.
Non si tratta, naturalmente, di un sogno recente. Già le passate amministrazioni provinciali predisponevano corposi piani di alienazione degli immobili, che hanno visto tornare sulle delibere anche per la quinta e sesta volta alcuni pezzi più o meno recenti del patrimonio dell’ente, che vede tra i suoi sogni proibiti la vendita dell’imponente immobile, di scuola Piacentini con influenze razionaliste, che da decenni ospita la Questura di Lecce. Tuttavia, per trovare immobili più facili da piazzare sul mercato bisogna lasciare il capoluogo, per spostarsi verso Casalabate, dove la masseria “La Badessa” ha una quotazione di mercato che supera i 5 milioni di euro, C’è poi il Castello Pio di Casarano, che quota un milione e 700mila e avrebbe già come possibile acquirente la società che lo gestice. E lo stesso vale per la bellissima Villa Anna di Santa Cesarea Terme, mentre per gli immobili di via Cicolella, sede del provveditorato, e di via Botti, sede tra l’altro dell’Ufficio Ambiente, l’obiettivo sarebbe la permuta, magari con altri immobili. Ma questo solo nel caso in cui la Provincia trasferisca davvero i suoi uffici in un immobile unico, come sognava di fare l’ex presidente, Giovanni Pellegrino, prospettando l’acquisto ed il restauro dell’ex Galateo. Una prospettiva che l’attuale presidente, Gabellone, ritiene piuttosto remota: la sede del vecchio sanatorio, il cui recupero avrebbe dovuto regalare al capoluogo anche il suo secondo parco urbano, resta infatti della Regione Puglia, che l’ha inserita nella propria cartolarizzazione. Almeno per ora, quindi, fine di un sogno. Un capitolo a parte lo meritano poi i Cassinesi, la storica sede del Circolo Cittadino, aspetta da tempo il nulla osta della Soprintendenza di Bari, con cui prossimamente Gabellone ha fissato un incontro che potrebbe rivelarsi risolutivo.
Alessandra Lupo