La proposta lanciata dall’Amministrazione comunale rischia di diventare un vero e proprio boomerang per i commercianti
La vicenda che vi raccontiamo nasce con un’iniziativa del Comune: alcuni mesi fa le ristrettezze delle casse di Palazzo Personè e la necessità di intervenire a tutela del decoro urbano, spinsero il sindaco Antonio Vaglio e l’assessore ai Lavori Pubblici Gustavo Petolicchio ad ideare un ingegnoso escamotage per recuperare, in economia, alcune zone della città piuttosto trascurate. Con un apposito bando, si propose ai commercianti l’adozione di un’aiuola, in corrispondenza di rotatorie, slarghi, incroci e marciapiedi. In sostanza, l’operatore economico avrebbe dovuto occuparsi del ripristino e della cura delle zone verdi, traendone in cambio della pubblicità. I commercianti hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa, consci di poter ricavare dalla stessa un notevole ritorno pubblicitario ad un prezzo accettabile. Un’idea efficace, non c’è che dire… se non fosse per la sua illegalità.
Ed infatti, dopo l’impianto di alberi di vario tipo, siepi, vialetti, ornamenti ed altri elementi decorativi, a qualcuno è venuta la brillante (nonché doverosa) idea di consultare le disposizioni legislative in materia. Così, scartabellando codici e pandette, si è giunti a scoprire che il Decreto Legislativo n. 285 del 30 aprile 1992 e successive modificazioni, all’art. 23, comma 1, stabilisce che: “Sulle isole di traffico delle intersezioni canalizzate è vietata la posa di qualunque installazione diversa dalla prescritta segnaletica”. Le piccole oasi dunque non possono ospitare la pubblicità. Una vera e propria beffa, dagli onerosi risvolti economici! Un pasticcio bello e buono, volendo essere schietti: i commercianti, infatti, si sono sobbarcati l’onere di abbellire questi angoli della città senza poterne trarre alcun vantaggio economico, visto che lo stesso Comune ora li invita a levare ogni cartellonistica, se non vogliono incorrere nelle dovute sanzioni amministrative. Va da sé, che le nuove disposizioni hanno causato malumori per nulla celati.
La situazione al momento è bloccata: i commercianti sono sul piede di guerra, dato che i loro investimenti rischiano di ridursi alla vecchia formula gratis et amore dei! Alcuni cittadini auspicano una rapida rimozione della cartellonistica pubblicitaria, in quanto, a loro parere, la reclame in zone così strategiche avrebbe dei costi ben superiori rispetto a quelli esborsati dagli stessi commercianti. Il Comune di Nardò, infine, si trova nella difficile posizione di dover reprimere ciò che egli stesso ha ideato, proposto e avviato; senza contare le immancabili scissioni interne che, tanto per fare un esempio, vedono lo stesso presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Fracella, schierarsi dalla parte dei negozianti e dichiarare che “costoro hanno tutto il diritto di pubblicizzare la loro attività economica”
Volendo cercare di recuperare un po’ di lucidità in questo marasma generale, si può affermare che, ad oggi, le soluzioni possibili sembrano due: un rimborso da parte dell’amministrazione comunale o un ricorso lungo e tortuoso alle vie legali da parte dei commercianti. Tuttavia, al di là della pur necessaria soluzione del problema, rimane nell’osservatore esterno l’impressione di trovarsi di fronte ad una situazione kafkiana che lascia senza parole.
Alessio Palumbo