Rischia di intralciarsi il progetto di recupero del vecchio ospedale di Lecce per la valutazione di quasi 15 milioni di euro da parte dell’Agenzia del territorio
Due valutazioni differenti dello stesso immobile che passa da tre a sedici milioni di euro, è questo l’intoppo che pesa sull’ambizioso progetto destinato dal protocollo d’intesa tra Provincia di Lecce ed Asl ad accogliere gli uffici dell’ente di Palazzo dei Celestini, come voleva l’ex presidente Giovanni Pellegrino. Sul vecchio sanatorio leccese esiste, infatti, una doppia valutazione da parte dell’Agenzia del Territorio: la prima, richiesta dalla Provincia e alla base del protocollo d’intesa, è di tre milioni di euro, la seconda è invece di 15 milioni e 800 mila. Con quest’ultima valutazione, l’immobile figura tra quelli che la Regione Puglia intende cartolizzare, cioè mettere in vendita, attraverso la società “Puglia Valore Immobiliare” il cui statuto è stato approvato ente che l’ha costituita su impulso statale. Motivo dell’alienazione è lo sblocco di 272 milioni di euro del riparto nazionale del fondo sanitario del 2006 e quindi quello di ottenere una maggiore liquidità in materia sanitaria. Per questo motivo, nonostante il protocollo d’intesa tra enti, se davvero la Provincia di Lecce volesse acquistare l’ex Galateo dovrebbe sborsarne quasi 16 e questo solo per l’immobile in sé.
Per completare il progetto, che donerebbe anche alla città capoluogo il suo secondo sospiratissimo parco urbano (come previsto dallo studio di fattibilità già consegnato un anno all’ente fa dai tecnici consulenti) occorrerebbe poi il restauro, l’adeguamento antisismico previsto dalla legge nonché la restituzione di due milioni di euro per l’adeguamento degli impianti a fini sanitari già erogati dalla Regione. Per questo, nonostante la volontà politica degli enti e anche l’attenzione sullo storico immobile, recentemente interessato anche da un incendio che ha danneggiato il secondo piano, la spesa per il recupero del sanatorio da parte della Provincia di Lecce risulta al momento sconveniente. La soluzione quindi potrebbe fornirla il tempo, ovvero: vista l’improbabilità che qualcuno acquisti a quel prezzo, la trattativa potrebbe portare ad un accordo su un nuovo valore, ma anche visto il bilancio non proprio roseo di Palazzo dei Celestini, il progetto Galateo sembra destinato ad un futuro non troppo vicino.
Ed è proprio da questa consapevolezza che parte la sollecitazione del centro sinistra cittadino all’indirizzo del sindaco di Lecce, Paolo Perrone. Senza badare al colore politico e a prescindere dalle deliberazioni della regione Puglia, l’opposizione comunale invita il primo cittadino a prendersi ciò che ormai sarebbe della città, ovvero il parco del Galateo, già concesso dalla Provincia al capoluogo per realizzare un giardino nel quartiere Leuca. Il progetto potrebbe infatti essere stralciato dal recupero del Galateo -spiegano Antonio Rotundo, Angela Maria Spagnolo, Paola Povero, Rita Quarta e Paola Spoti ed Antonio Torricelli che in una conferenza stampa chiedono l’attivazione immediata di un tavolo tecnico per capire come procedere a prescindere dall’opera principale. Secondo i consiglieri, insomma, basterebbe isolare almeno una porzione della pineta, metterla in sicurezza ed aprirla alla città, prima che scada la convenzione che tra un anno vedrebbe altrimenti tornare il Galateo nella disponibilità regionale.
Antonio Rotundo parla di amministrazione sonnacchiosa, la Spagnolo aggiunge: “Una situazione analoga impedisce a Lecce di attivare il parco ‘Città dei bambini’ su via Del Mare, dove sorge il vivaio del Corpo Forestale. Nelle commissioni in cui gli avevo invitati, i tecnici non hanno mai spiegato nel dettaglio a che punto sono con lo scambio proposto alla Regione di due ettari sulla strada che porta a Torre Chianca”. Ma Perrone risponde immediato: “Il Comune attende da tempo di entrare in possesso delle aree di cui parlano i consiglieri, ci siamo anche detti disposti ad investire delle somme per attrezzarle ma sinora la Regione ha nicchiato. Per questo motivo -conclude il sindaco di Lecce- invece di prendersela con l’amministrazione, il portavoce dell’opposizione potrebbe intercedere per conto del Comune presso l’ente che ha il suo stesso colore politico, almeno fino alle prossime elezioni”.
Alessandra Lupo