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Edilizia popolare e affitti in nero: la denuncia del Sunia

Il prossimo 27 febbraio a Lecce il 10° congresso del Sunia, dove si punterà il dito sul caro affitti e sul mancato gettito fiscale legato agli affitti in nero

 

“La caduta dei livelli occupazionali, l’incremento del lavoro precario, la diminuzione del reddito delle famiglie e dei pensionati, si riverbera pesantemente sul mercato degli alloggi a causa dei continui aumenti dei canoni di locazione e delle rate dei mutui che ha portato all’aumento del 150% delle domande inoltrate per l’assegnazione di una casa popolare e di quelle per il contributo all’affitto”. Questo sarà uno dei temi forti della relazione introduttiva di Mario Vantaggiato, segretario del Sunia di Lecce, al 10° congresso del Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari (Sunia) il 27 febbraio a Lecce di cui diamo ampia anticipazione. L’allarme che sarà lanciato dal palco congressuale riguarderà l’assenza di una edilizia residenziale popolare: “In Italia il tema dell’edilizia sociale è stato sostanzialmente accantonato in assenza di iniziative significative, tanto che torna alla memoria l’importanza del Piano Fanfani, ossia il progetto di legge per incrementare l’occupazione operaia, agevolando la costruzione di case per i lavoratori. Tale piano fu gestito dall’Ina Casa e con esso si intendeva favorire, unitamente al rilancio dell’attività edilizia, l’assorbimento di una notevole massa di disoccupati e la costruzione di alloggi per le famiglie a basso reddito”. 

Oggi le risorse sono scarse e i 550 milioni, diluiti in 5 anni, messi a disposizione dopo l’accordo Stato-Regioni sono ben poca cosa per le tante famiglie che devono affrontare il costo mensile di affitti proibitivi. “Le case, nonostante la grave crisi economica in atto -afferma Mario Vantaggiato- continuano a costare molto in rapporto ai redditi, sia per l’acquisto che per la loro locazione. L’Italia è caratterizzata dalla bassa percentuale di abitazioni di edilizia pubblica (non supera il 6%), rispetto al 35% dell’Olanda”. Di edilizia residenziale pubblica si parla molto, ma attualmente non è in atto una misura di intervento in questo senso. Esempi significativi della strategica importanza di abitazioni a prezzi calmierati sono massicciamente presenti a Lecce dove un intero quartiere, Santa Rosa, ma anche buona parte di piazza Mazzini, sono frutto di edilizia pubblica popolare. 
Altra piaga su cui il Sunia mette il dito riguarda l’annosa questione dell’evasione fiscale. Dopo una campagna di sensibilizzazione e una raccolta di denunce pervenute alle sedi territoriali è stato pubblicato il Libro bianco che delinea lo scenario, sia pur parziale del mercato degli affitti. Questi i risultati: 11.734 sono stati i contatti telefonici, 6.595 hanno denunciato telefonicamente, 5.139 persone hanno richiesto informazioni o fornito dati incompleti, 3.503 lo hanno fatto presso le sedi del Sunia. Il Nord ha espresso il 41% delle denunce, il Centro il 27%, il Sud il 32%. La città che ha denunciato il maggior numero di abusi è Roma, seguita da Milano e Bari. L’imponibile evaso è pari a 82 miliardi annui a cui devono aggiungersi 1.643 milioni di euro di imposta di registro evasa. Lo stesso Secit, il servizio ispettivo del Ministero delle Finanze, denuncia che un contratto su due sfugge al fisco. Spesso l’inquilino non possiede neppure una copia del contratto, oppure si stipula un contratto di patto in deroga senza poi registrarlo. 
 
Maddalena Mongiò