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Pd, Blasi alle prese con la (difficile) segreteria

All’ombra delle regionali, che vedranno Sergio Blasi (nella foto) candidato nel Salento accanto agli uscenti ma anche accanto alla vice di Vendola, Loredana Capone, ad Antonio Rotundo e tanti altri, si consuma intanto la contesa interna al partito pugliese, dopo la nuova fumata nera dell’assemblea regionale in cui il segretario Blasi ha proposto la sua segreteria all’insegna della svolta. Il segnale più significativo è la decisione di non proporre a Guglielmo Minervini (assessore vendoliano del Pd) di coordinare la squadra, preferendogli Pasquale Chieco. “La permanenza di veti, non tanto sulla mia persona, quanto su un’area politica autonoma e critica, denuncia il rischio che il Pd riesca a sprecare, in questa delicata fase elettorale, persino la grande lezione delle primarie”, ha commentato a caldo Minervini riaccendendo una contesa che dura da tempo all’interno del partito e che vede la nuova presa di posizione ferma di Blasi. “La segreteria è insediata e ribadisco di essere per il primato della politica e non per il partito degli assessori -afferma Blasi-. Quando mi hanno chiesto di candidarmi ho detto di si anche per bilanciare il peso di ben due candidati presidente nella provincia di Lecce, una scelta responsabile di cui non mi pento, basta con il partito delle cordate -continua Blasi- in cui ognuno da conto a chi lo sostiene e non a chi lo vota. Anzi avverto fin da ora che se resterò segretario mi batterò perché le primarie si facciano anche per le politiche e poi vediamo se i parlamentari saranno davvero quelli che l’elettorato vuole”. 
Parole che per molti suonano familiari, rievocando i toni aspri della lettera di dimissioni con cui Blasi diede l’addio alla segreteria salentina del Pd. Ma alla domanda se intenda dimettersi dal partito, Blasi risponde: “Non faccio mai la stessa cosa per due volte. La mia elezione l’hanno decisa i pugliesi e non un’assemblea, questa è una partita che intendo giocare fino in fondo”. 
 
Alessandra Lupo