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Legambiente passa al setaccio la “Mal’Aria” che si respira nelle città

La campagna dell’associazione ambientalista partirà a febbraio e punterà il dito sui danni provocati dalle emissioni inquinanti, difendendo il diritto all’aria pulita ed alla mobilità sostenibile

 

Sta per partire ufficialmente “Mal’aria 2010”, campagna nazionale di Legambiente che in Puglia è stata ‘anticipata’ sabato scorso a Taranto con una manifestazione che ha coinvolto il locale circolo dell’associazione ambientalista e moltissimi cittadini. “Mal’Aria -afferma il presidente di Legambiente Puglia, Francesco Tarantini– è la campagna di Legambiente che si focalizza sui danni alla salute per difendere il diritto all’aria pulita e alla mobilità sostenibile, attraverso denunce, gesti simbolici e proposte concrete. Fra queste, per abbattere le emissioni inquinanti, si potrebbe puntare sul trasporto pubblico di superficie estendendo il più possibile la rete di corsie preferenziali, sull’adozione di un pedaggio urbano per le aree più congestionate e sul miglioramento dell’efficienza del trasporto pubblico”.
I dati di partenza sono di quelli “importanti”. Nel 2006 l’Oms ha dimostrato, con uno studio sulle principali città italiane, che riportando i valori medi annui di polveri sottili al di sotto della soglia stabilita dalla legge (40 microgrammi per metro cubo) si potrebbero evitare oltre 2mila morti all’anno. Alcune città pugliesi (su tutte Bari e, seppur da poco, Lecce) hanno puntato molto sulla mobilità sostenibile attraverso il Park&Ride, il bike sharing, le zone a sosta regolamentata, pedonali. “Ma -aggiunge Tarantini- ancora molto si deve fare considerati i dati allarmanti riferiti alle polveri sottili”.
Smog, polveri e rumori generati dal traffico sono del resto i “nemici” numero uno da battere in questa nuova campagna per la difesa dell’ambiente. Dal rapporto annuale diffuso da Legambiente, si legge che a guidare la classifica dei superamenti dei limiti di legge per le concentrazioni di Pm10 sono nell’ordine Napoli, Torino ed Ancona, rispettivamente con  156, 151 e 129 giorni di sforamento. “La normativa -spiegano da Legambiente- prevede un limite giornaliero per la protezione della salute umana di 50 µg/m3 da non superare più di 35 volte in un anno, obiettivo che non è stato raggiunto nel 2009 da 57 su 88 capoluoghi di provincia, in molti casi con risultati decisamente preoccupanti”. Ma quale è la situazione in Puglia? Bari nel 2009 ha fatto registrare 56 superamenti, limite ritenuto “gratificante” se rapportato ai dati riferiti alle altre città italiane capoluogo di regione, ma se calato nella dimensione regionale risulta di gran lungo il più “allarmante”, considerati, per esempio, gli “appena” 26 superamenti di Lecce ed i 13 di Brindisi.
Anche l’ozono, però, fa la sua parte nell’inquinamento dell’aria che respiriamo. Dal 1° gennaio 2010 le amministrazioni locali devono rispettare i nuovi limiti, indicati dalla direttiva europea 2002/3/CE che fissa in 120 µg/m3 (calcolato come media su otto ore) il valore di pericolosità da non superare per più di 25 volte in un anno. In Puglia, Lecce con 44 superamenti si attesta al 24° posto, Brindisi con 12 superamenti è al 40° posto mentre Bari con 3 è al 46° posto.
“In attesa della presentazione dell’edizione 2010 di “Mal’Aria Industriale” prevista per il 6 febbraio -afferma ancora il presidente di Legambiente Puglia, Francesco Tarantini- chiediamo a tutte le realtà industriali di adottare sistemi antinquinamento per ridurre le loro emissioni. Infatti, anche se è vero che città come Brindisi e Taranto presentano valori buoni secondo i parametri di ‘Mal’Aria di città’, è vero anche che la maggior parte dell’inquinamento in queste realtà è rappresentato dalle industrie e non dal traffico cittadino. In quell’occasione -conclude Tarantini- presenteremo anche una mappatura dei siti che rappresentano un’autentica minaccia per la salute dell’ambiente”.

 

Daniele Greco