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Se questo è un cane

Il blitz di Striscia la Notizia nel canile di Tricase lunedì scorso ha reso evidente una realtà drammatica e purtroppo diffusa, fatta di maltrattamenti, strutture inadeguate, pessime condizioni igieniche. Il tutto spesso “coperto” da una rete di omertà e indifferenza.
Le associazioni animaliste, oltre a richiedere il rispetto delle leggi vigenti, sottolineano l’importanza di una visione più moderna del concetto di canile, non più come “problema” ma come “risorsa” per la comunità e per i nostri amici a quattro zampe

 

I canile di Tricase apparirà presto su Striscia la Notizia. Un blitz vero e proprio è stato organizzato nella mattinata di lunedì scorso dai reporter della popolare trasmissione televisiva, grazie anche alla collaborazione di alcuni volontari locali. Edoardo Stoppa si è presentato ai cancelli del canile “Errant” e ha incontrato il gestore Paolo Sparasci, chiedendo di poter visitare la struttura convenzionata con diversi comuni del sud Salento e da tempo al centro di polemiche da parte degli amici degli animali. Proprio i volontari nelle scorse settimane erano riusciti a documentare le pessime condizioni in cui sono alloggiati i circa 450 cani tenuti in custodia. Una serie di immagini che, attraverso il web e i social network, hanno attirato l’interesse degli autori del programma di Antonio Ricci, curiosi di conoscere se quanto mostrato dalle immagini corrispondesse o no a quanto accade nel ricovero. Ebbene, ciò che è apparso agli occhi degli intervenuti non ha lasciato dubbi: “Le più elementari norme di pulizia -hanno dichiarato i presenti al blitz- sembrano essere ignorate in un luogo che dovrebbe essere invece solo temporaneo. Ferite non curate, evidenti segni di debilitazione, spazi angusti, attività promiscue tra maschi e femmine non hanno favorito certo il benessere degli animali ospitati”. Lo spettacolo che Striscia la Notizia e i volontari animalisti hanno potuto documentare all’interno del canile “Errant” andrà in onda nelle prossime settimane su Canale 5 e testimonierà delle gravi carenze riscontrate.
Secondo la scheda realizzata dai volontari, il canile “Errant”, situato in via Gonfalone, è organizzato come una struttura privata a scopo di lucro ed è tecnicamente un “canile-rifugio”. Convenzionato con diversi comuni ha iniziato la propria attività nel 1994 e nel tempo ha subito una ristrutturazione solo per dividere le gabbie degli animali che, dall’ultima rilevazione del gennaio scorso, ammontano a 450 unità, senza distinzione di categorie. La domanda di accoglimento è decisa dal responsabile della struttura su richiesta del Comune o dei privati, e le strutture sono composte da un ufficio e un ambulatorio mentre non è stato possibile individuare una cucina, un deposito per prodotti di lavaggio e per materiali puliti. Mancano gli spogliatoi e una sala d’attesa, mentre sono presenti i servizi igienici. I cani sono ricoverati in box modulari, di cui una decina sono per le emergenze sanitarie. Quattro o cinque i recinti a stabulazione libera, mentre le cucce non assicurano una protezione sufficiente, né sono disponibili  box o locali per cuccioli particolarmente attrezzati o locali per isolamento. Non c’è su ogni box la lavagnetta individuale, per garantire la riconoscibilità del cane custodito e la possibilità di segnalare eventuali esigenze ed avvertenze. Sono presenti animali feriti e malati che non sono sottoposti ad alcuna terapia. L’alimentazione, secondo i volontari consiste in un impasto, somministrato a giorni alterni, di scarti animali, mentre gli stessi cani non hanno sempre a disposizione acqua pulita. Da ultimo la scheda evidenzia che tipo di comportamento hanno gli animali: dall’abbaiamento continuo in assenza di stimoli alla presenza di  soggetti con ululato continuo, con automutilazioni, dimagrimento cronico, obesi e con tremori muscolari.