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Si infiamma la protesta dei lavoratori del depuratore

Il contratto è scaduto il 31 dicembre e i lavoratori del depuratore stanno manifestando ormai da giorni. Minacciano lo sciopero della fame se la questione non si risolve entro breve tempo

 

Il 31 dicembre il contratto per i dipendenti del depuratore consortile è scaduto, ma c’è chi continua a difendere e a tutelare l’impianto. Gigi Samueli, Claudia Renna, Angelo Distante, Emilio Nicolì, Luigi Romano, Mario Gentile: sono i nomi dei lavoratori dell’impianto di depurazione Asi che continuano a difendere il loro posto di lavoro e a vigilare sui processi depurativi, da ormai oltre 15 giorni. Fino a questo momento non hanno avuto nessun segnale dalle istituzioni preposte alla risoluzione della problematica, che trascurano i problemi ambientali che ne derivano dal blocco dell’impianto nonostante diversi mesi, prima che arrivasse l’anno nuovo, hanno sollecitato gli organi competenti. I manifestanti ribadiscono che l’impianto di depurazione in oggetto è essenziale per l’area industriale di Galatina e Soleto, e sollecitano i sindaci a intervenire concretamente, considerando che le ripercussioni ambientali ricadono principalmente sul territorio di loro competenza.
Ancora una volta l’invito è rivolto all’Ente Proprietario e alla Regione Puglia, affinché venga individuato un gestore che, oltre al mantenimento dei livelli occupazionali, sia puntuale e preciso nella corresponsione degli stipendi, evitando i gravissimi disagi che hanno dovuto subire fino ad oggi. I lavoratori chiedono dunque di istituire un tavolo in Prefettura con la presenza dei rappresentanti dei Comuni di Galatina e Soleto, del Consorzio Asi, della Regione Puglia e Aqp perché ritengono che l’unica sede preposta per la risoluzione definitiva del problema sia la Prefettura, e l’unica soluzione definitiva e stabile è rappresentata dalla gestione Aqp, già affidataria delle reti idriche e fognarie dell’area industriale in oggetto, la quale riscuote puntualmente dalle industrie il canone per la depurazione delle acque reflue. I protestanti sono fermamente decisi a continuare il Presidio continuando a vigilare e tutelare l’ambiente e, qualora occorra, in mancanza di riscontri immediati, a intraprendere lo sciopero della fame. Tutto questo è successo, nonostante già a novembre, era stato annunciato lo stato di agitazione se non si sarebbe provveduto a una continuità lavorativa a scadenza contratto.

 

Paolo Antonio Franza