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Perrone all’attacco

Scambio di accuse e querele tra il primo cittadino di Lecce e l’opposizione. Intanto, il Tribunale del Riesame ha sancito recentemente la nullità del contratto di leasing relativo ai palazzi di via Brenta

 

Per alcuni il suo potrebbe essere un po’ di nervosismo: dall’elezione in poi ha dovuto vedersela prima con la rottura tra il Pdl e la Poli e poi con la conseguente lotta intestina nella Giunta e in Consiglio comunale con la sua ex vice sindaco, gli assessori ed i consiglieri di Io Sud. Oggi però i grattacapi per Paolo Perrone non sono finiti e dopo aver deciso di affrontare la questione via Brenta, sconfessando anni e anni di lavoro della vecchia amministrazione leccese, il sindaco di Lecce si sente perseguitato e sotto assedio. Un assedio che a suo dire vedrebbe d’accordo i polibortoniani con il centrosinistra. Quest’ultimo formato non solo dai consiglieri Pd ma anche dal partito dell’Italia dei Valori. Insomma, per Perrone, l’attacco concentrico delle ultime settimane non sarebbe un caso ma rappresenterebbe una reazione allargata e condivisa da parte dei suoi avversari politici alla sua decisione di interrompere il pagamento del leasing per gli uffici di via Brenta, il cui contratto, proprio nelle ultime ore è stato per altro dichiarato nullo dal Tribunale del Riesame.
Ma andiamo con ordine. Se la decisione su via Brenta colpiva la Poli, configurandosi come un atto di pubblica accusa nei confronti delle sue scelte amministrative, definite “scellerate” dal sindaco e su cui ora la Procura cerca di stabilire le esatte responsabilità di ognuno, il teorema di Perrone coinvolge anche il centro sinistra e tocca un’altra questione calda, quella del Pug (su cui tra l’altro Iskenia ha deciso di resistere), ma anche della sede provinciale del Partito Democratico in via Tasso, a Lecce, i cui locali sono stati acquistati nel 2004 con una compravendita tra gli allora Democratici di Sinistra e la ditta Guagnano, costruttrice degli stessi immobili di via Brenta, di cui uno dei soci, Pietro Guagnano, si trova oggi ancora agli arresti domiciliari per l’inchiesta sul leasing tra la So.Co.Ge ed il Comune di Lecce. Sarebbe proprio l’acquisto, definito dal sindaco troppo vantaggioso, della sede del partito, a provare il legame tra Pd e Poli Bortone, entrambi vicini ai costruttori leccesi. Quella di Perrone è un’accusa pesante nei confronti del Partito democratico e arriva nello stesso giorno in cui il capo dell’opposizione, Antonio Rotundo, in una conferenza stampa accusava il sindaco di avere affidato l’incarico di studio sul Piano Urbanistico Generale (il Pug) ad un tecnico legato agli interessi economici della sua famiglia.
L’urbanista Mosè Ricci è, infatti, il docente dell’Università di Genova a cui l’Amministrazione ha affidato l’incarico di redigere il documento programmatico preliminare, le cui linee guida saranno poi assorbite dal Piano Urbanistico. Preside del dipartimento di Ricci è però la professoressa Maria Benedetta Spadolini, parente dei progettisti Spadolini che hanno lavorato alla costruzione degli immobili del centro commerciale Centrum, dell’Hotel Tiziano ed anche della Links Srl, tutte attività in qualche modo riconducibili alla famiglia Perrone. Per questo Rotundo e compagni denunciano l’esistenza di un problema di inopportunità politica da parte del sindaco. Sempre nella stessa mattinata però anche l’Italia dei Valori teneva una conferenza stampa e, nella sua sede in viale Lo Re, accusava il sindaco di Lecce di conflitto d’interessi. A dire dell’onorevole Pierfelice Zazzera, coordinatore pugliese del partito di Di Pietro, l’Amministrazione comunale si sarebbe fatta carico dei lavori di urbanizzazione relativi a via Rapolla, strada mega residenziale nei pressi dello stadio dove la famiglia Perrone, dopo la lottizzazione del 1973, oggi ha ancora la sua casa. Insomma, tanto è bastato, perché il sindaco gridasse al complotto, tanto più che le richieste di atti pubblici sulle attività urbanistiche di famiglia erano arrivate in Comune poco tempo prima proprio dai consiglieri di Io Sud. Ribaltando così le accuse, Perrone aveva attaccato il Pd: “Non è il Pug che gli interessa, ho solo toccato un nervo scoperto che evidentemente fa male tanto alla Poli quanto al centro sinistra. Quello che mi dispiace è che in questa storia i miei avversari cerchino di gettare fango sulla mia famiglia”, aveva detto Perrone, tirando in ballo l’acquisto degli immobili in via Tasso. Accuse per cui è già partita una querela del Pd nei suoi confronti. Quanto all’Italia dei Valori, invece, è stato il sindaco a chiedere i danni per calunnie al segretario provinciale Francesco D’Agata.
 

 

Alessandra Lupo