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E la chiamano estate

Basta il momentaneo, cattivo funzionamento di un depuratore per diffondere l’idea di un mare inquinato? Per il comune sentire evidentemente sì, soprattutto se a questo si accompagnano le ormai consuete emergenze rifiuti.
Così, dopo un incredibile susseguirsi di notizie allarmanti (e spesso infondate) ora il Salento è alle prese con una psicosi difficile da arginare. Ma gli amministratori assicurano che, nonostante tutto, la nostra terra è ancora la meta preferita di turisti e villeggianti

 

Da una parte la spazzatura da smaltire, che costringe i camionisti a turni sfrenati pur di ripulire in fretta le località turistiche, dall’altra una imbarazzante macchia densa di schiuma in numerosi punti del mare, tanto sullo Jonio quanto sull’Adriatico. Le associazioni lanciano l’allarme ambientale, i bagnanti di luglio se la danno a gambe e gli operatori turistici, già fiaccati dalla crisi economica, ora temono una stagione “nera”. Ma andiamo con ordine. L’emergenza rifiuti, se così si può definire un evento non proprio improvviso ma cui, di fatto, non è più possibile far fronte, sembra sul punto di tornare dietro le quinte. Almeno per ora; Conversano prende i rifiuti dell’Ato Le/3 e Melpignano ha accettato di ospitare la stazione di trasferenza, vero e proprio centro di smistamento del tal quale, con buona pace di Maglie, che ne condivide le conseguenze in termini di odori.
Coi cassonetti puliti si vive meglio, è chiaro, ma l’estate salentina vive di mare e se il mare non è in forma, ne facciamo le spese un po’ tutti. Dopo una prima reazione di panico, dunque, si è passati al contrattacco e la chiazza bianca, a tratti di una strana densità, è stata monitorata, fotografata, esplorata ed infine analizzata. L’Agenzia Regionale per l’Ambiente (l’Arpa) esclude che si tratti di materiale in arrivo dai depuratori, che pure in un primo momento erano finiti sotto accusa. Alcuni amministratori del Capo di Leuca non intendono stare con le mani in mano e nel chiedere chiarezza, rendono note le analisi che per primi hanno richiesto sulle acque del depuratore consortile che serve i comuni di Alessano, Corsano e Tiggiano. Nessun inquinante biologico o chimico, si legge nell’esito degli esami dello scorso 10 luglio. E in più, i sindaci specificano che l’acqua depurata (appartenente alla tabella 4, quindi buona per l’irrigazione) non finisce più nelle acque di Canale del Rio, come accadeva un tempo, ma viene convogliata in 177 bocchette sparse su 170 ettari di uliveto in agro di Corsano.
Pierferdinando BoeroInsomma, almeno uno dei depuratori è dunque da depennare. Ma l’Arpa vigila su tutti e dopo vari giorni di scirocco punta l’indice sulla mucillagine. Il fenomeno, non nuovo da noi ne altrove, sarebbe stato favorito dall’aumento della temperatura marina, salita di ben due gradi. Ma non è ancora tutto: secondo il direttore della Stazione di Biologia Marina di Porto Cesareo, il biologo Pierferdinando Boero (nella foto), “la pioggia copiosa di quest’anno ha disciolto i nutrienti contenuti nel terreno, andando a formare una scorta notevole di phitoplancton ed altri materiali di cui si nutrono le alghe. Quando le alghe restano in sospensione possono creare questi fenomeni di putrefazione che riguardano l’intero Mediterraneo. L’acqua da noi è così pulita che una macchia bianca fa notizia -continua Boero-, c’è stato anche chi la colpa l’ha data alle navi che lavano i serbatoi a largo delle nostre coste, ma questo, come accadde in passato, avrebbe portato a riva sopratutto il petrolio”.
Il biologo esclude anche che a causare il fenomeno possa trattarsi degli scarichi abusivi. “Costituiscono certamente un pericolo, ma che porta a situazioni puntiformi, qui invece abbiamo assistito ad una presenza molto estesa della schiuma in mare”. Quanto ai depuratori,  Boero si dice convinto che l’esplosione antropica che si registra in estate porti ad un sovraccarico degli impianti. “Tuttavia, proprio il caso di Porto Cesareo è emblematico: nonostante le migliaia di turisti e villeggianti che affollano il paese, il mare resta azzurro mentre le macchie abbondano dove c’è poca gente. La verità è che le nostre acque, di solito ‘oligotrofiche’ (con poco cibo per il vegetali)  tengono lontana l’ipertrofia degli organismi, ma niente allarmismi; il nord Adriatico ad esempio è un mare sempre torbido. Quindi dobbiamo pensare ad una degenerazione dei nostri mari? No, si tratta con ogni probabilità di una situazione transitoria, probabilmente risultato di più cause tutte insieme. Niente allarmismo, allora, due anni fa abbiamo avuto le mucillagini lungo le coste, a meno che non piova sempre come quest’anno, il mare tornerà limpido, già la tramontana ha fatto molto nei giorni scorsi. La situazione però va monitorata e se dovesse persistere, allora bisognerà iniziare a preoccuparci”.

 

Alessandra Lupo