Cerca

Lo scarico dei 600

Nuovi venti di crisi per l’industria salentina. Sono oltre 600 gli operai che rischiano il posto di lavoro definitivamente. Intanto, lo spettro della cassa integrazione straordinaria si fa sempre più cupo e si è pronti ad altre proteste. Ma di chi sono le responsabilità? Belpaese ripercorre le storie di Adelchi, Fiat Cnh e Omfesa, un tris di speranze spesso disattese

L’interrogativo che brucia


Una storia ciclica. Si ripete sempre uguale e ritorna puntuale sotto agli occhi pazienti dei lavoratori salentini. Quella della crisi del lavoro, in questa terra, sembra essere una pagina già scritta, da leggere e rileggere a fasi alterne. Eppure è una ripetizione che non lascia indifferenti, brucia sulla pelle delle famiglie, sfianca le speranze dell’industria, soffia contro il vento del commercio locale. E non c’è angolo della provincia che non sia risparmiato. Dall’Omfesa di Trepuzzi all’Adelchi di Tricase, passando per la Fiat Cnh di Lecce-Surbo, questa settimana Belpaese racconta tre storie emblematiche di un lavoro che, sebbene quasi senza speranza, non si rassegna alla parola “chiusura”.
Forse, se le alternative vere ci fossero, i passaggi non sarebbero così traumatici. Ma i lavoratori sono stanchi di vedere rischiare sulla propria testa il rilancio economico del Salento e rimangono a difendere un posto di lavoro sulla cui sicurezza, in fondo, neanche loro scommetterebbero molto. È quello che è successo agli operai dell’Omfesa, a cui si era venduto il miraggio, poi comprato da altri, della produzione di pale eoliche per il parco Lecce nord. È la sorte toccata anche ai lavoratori dell’Adelchi, per cui una “scarpa col buco” avrebbe fatto il miracolo, almeno nelle intenzioni, tuttora sconosciute ai sindacati, di Adelchi Sergio. Solo in queste due imprese sono in crisi oltre 600 posti di lavoro. Forse questo serve a rendere un po’ l’idea.
Non si vuole essere a tutti i costi pessimisti. Anzi, i dati ufficiali disegnano un trend differente. “Comparando gli avviamenti al lavoro del biennio 2006-2007 con le cessazioni dello stesso periodo, si osserva come tutti i settori di attività registrino, anche se con rilievo differente, uno scarto positivo tra avviamenti e cessazioni”, è quanto rileva lo studio Mercato del lavoro e fabbisogni formativi in provincia di Lecce: analisi, indagini e dati, redatto dalla Provincia di Lecce nel settembre 2008. Il problema, tuttavia, si trasferisce nel tipo di assunzioni fatte: “Per ogni contratto di lavoro a tempo indeterminato stipulato, ve ne sono 3,6 a tempo determinato”. Le assunzioni a tempo indeterminato riguardano, infatti, appena il 20,9% dei rapporti di lavoro instaurati. Si passa così dal dramma di una crisi strutturale in settori nevralgici dell’economia salentina a quello di una precariato senza sconti, che poco conosce le tutele sociali e che taglia le gambe a prospettive lunghe di impiego. Cosa fare allora? È a questo interrogativo che politica ed economia locale dovrebbero essere costantemente inchiodate.