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Un’istruzione ai minimi termini

ACCORPAMENTI E TAGLI AL PERSONALE, INIZIA COSÌ L’AUTUNNO CALDO DELLA SCUOLA


Anche in provincia di Lecce l’inizio dell’anno scolastico è stato segnato dal drastico ridimensionamento del numero delle autonomie. Una situazione che potrebbe essere ribaltata dalla sentenza della Corte Costituzionale 
 
Settembre, si torna a scuola. E insieme all’avvio delle lezioni riprendono quota i problemi che da anni questo periodo dell’anno si porta dietro. Da un lato la scure dei tagli che rischia di creare poli sempre più concentrati nelle mani di pochi dirigenti, una situazione dovuta alla legge del passato governo che stabilì, in ottica di risparmio, accorpamenti sostanziosi. E così in provincia di Lecce il numero degli istituti si è drasticamente ridotto rispetto all’anno passato: dal novero mancheranno ben 39 scuole. Si passerà infatti da 178 a 139 unità autonome, di cui 93 del primo ciclo, cioè elementari e medie e 46 gli istituti superiori. 
I criteri prevedono che al di sotto dei 600 alunni le scuole dovranno essere accorpate e rette da un unico dirigente. Una situazione già di per sé complicata che però potrebbe non essere definitiva. Sul decreto Gelmini pesa infatti la scure della pronuncia della Corte Costituzionale che, nei mesi scorsi, ha dato ragione al ricorso presentato dalla Puglia insieme ad altre sei regioni cioè Toscana, Emilia, Liguria, Umbria, Sicilia e Basilicata. L’ente regionale si era opposto alla norma che obbligava i territori a procedere con gli accorpamenti e con la creazione di Istituti Comprensivi con una soglia minima di mille alunni, rivendicando il diritto costituzionale di decidere autonomamente sull’organizzazione del servizio scolastico. 
La sentenza della Corte ha ritenuto valido il ricorso provocando però allo stesso tempo il caos nell’apparato amministrativo dell’ufficio scolastico. Nell’incertezza del pronunciamento infatti la Regione aveva provveduto a procedere con gli accorpamenti degli istituti comprensivi che riuniscono le scuole materne, elementari e medie sotto un unico dirigente, nati in seguito alla soppressione delle autonomie delle scuole al di sotto dei 600 alunni. In Puglia, quindi secondo questo sistema sono andate perdute 28 autonomie per le scuole superiori e 160 per il primo ciclo delle materne, delle elementari e delle medie. Una questione non soltanto burocratica o di forma ma che riguarda in maniera concreta anche i trasferimenti di personale che sono andati avanti in ottica di ridimensionamento. 
Una scuola che deve anche fare i conti con l’emergenza precariato: a Lecce sono diventati di ruolo 192 precari quest’anno ma alcuni di loro però hanno raggiunto la fatidica meta quasi alle soglie della pensione. Non è mai troppo tardi, è vero, ma così sembra proprio una beffa. 
 
Maurizio Tarantino